Share This Article
Pubblicato lo scorso aprile per la 100% Records, “Helter Seltzer” è il sesto album dei californiani We Are Scientists.
Anticipato dal singolo “Buckle”, che è anche la prima delle 10 tracce contenute all’interno del disco, il lavoro di Murray e compagni risulta fedele al sound che li ha fatti conoscere e imporre al pubblico internazionale sin dai primi anni 2000, sul quale, però, i W.A.S. del 2016 sono intervenuti e ne hanno modificato in parte la struttura, conferendogli una dinamica e delle sfumature più accentuatamente pop.
Un cambiamento che è rintracciabile in modo evidente nei brani “Too Late” e “Hold on”, che potrebbero essere scelti come singoli radiofonici grazie al groove che rotola giù dal basso di Chris Cain e ad un’armoniosa e riuscita scelta dei suoni sintetizzati ed usati al loro interno. La parte centrale del disco, aperta da “We need a word”, delinea un percorso più introspettivo anticipato dalla sezione ritmica che allo stesso tempo accompagna e determina atmosfere intime, e che viene poi apertamente dichiarato dal suono delle chitarre acustiche presenti nelle ballate “Want for Nothing” e “Waiting for you”, tra le quali fa capolino il puro rock indie, distorto e melodico di “Classic Love”, segnato dall’inconfondibile tocco di Keith. È “Headlights” a dare una scossa improvvisa alla tracklist, arrangiata ed interpretata con un gusto punk e capace di richiamare nella mente l’immagine di converse consumate dal dancefloor. A seguire “Forgiveness”, malinconica chiusura di un album eterogeneo attraverso la scelta di un brano a frase tronca che ben racchiude i sentimenti contrastanti alla base della scrittura di questo lavoro e fotografa la maturità ormai raggiunta ed il probabile avvicinarsi ad un cambio di registro nella carriera dei We Are Scientists.
70/100
Francesco Fauci