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Torna al contrattacco la Parlophone, la vecchia etichetta dei Radiohead. Tanto per sfruttare il momento propizio a livello pubblicitario che ha segnalato il gruppo di Oxford su tutti i giornali (avvistati ad esempio anche sul Sole 24 Ore e sulla Gazzetta dello Sport!) per la loro idea rivoluzionaria del paghi quanto vuoi “In Rainbows”, il 10 dicembre verranno ristampati tutti i precedenti sette album dei Radiohead (compreso il live “I Might Be Wrong”). Li potremo trovare in una edizione speciale boxset, con copertine originali in formato digipack.
Ieri il Times ha invece riportato una stima non ufficiale sugli introiti che avrebbero incamerato i Radiohead con “In Rainbows”, formata da comScore. Secondo questo sito specializzato nella misurazione del traffico web e simili, 3 persone su 5 che hanno scaricato l’ultimo lavoro della band di Thom Yorke non avrebbero pagato nulla, però le altre 2 avrebbero pagato una media di 6 dollari, il che porta la media per persona a 2,26 dollari.
A parte che tutto tace dal quartiere generale Radiohead su queste cifre, ma in ogni caso chi sta già declamando il requiem per questo esperimento forse dimentica che a fine anno l’album uscirà in versione fisica su XL Recording (in Nord America i Radiohead potrebbero però affidarsi alla label di Coran Capshaw, noto come manager di Dave Matthews).
Sia che si tratti di vecchie o nuove prospettive, etichette passate o future, i cinque si stanno confermando le uniche, vere galline dalle uova d’oro del mercato discografico.
(Paolo Bardelli)