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TVAM, ovvero Joe Oxley. Si tratta di un musicista britannico, conosciuto per i remix di alcuni brani di Amber Arcades, FEWS, e con un passato in gruppi new wave/surf pop e garage anni sessanta come The V.C.s e The Shook-Ups. Da un anno a questa parte, però, si è stancato del suo vecchio io musicale – “adesso piuttosto che fare il ragazzo con la chitarra, una cosa che trovo abbastanza noiosa, ho dovuto scoprire qualcosa che tenesse vivo il mio interesse ” (come raccontato a Louder than War) – e ha deciso di lavorare ad un nuovo progetto, completamente da solo. TVAM, appunto. Un nome che, ispirato a quello del programma televisivo britannico anni ottanta TV-am, richiama subito l’immaginario da tubo catodico, intorno al quale, poi, gira tutta l’estetica concettuale della proposta musicale/multimediale di Oxley. Sembra, quindi, che l’obiettivo dell’one man band TVAM non sia solo quello di comporre/registrare musica ma anche quello di voler rappresentare idee, slogan, immagini attraverso l’unione di suoni e video. Ossia la potenza comunicativa dello scontro tra impatto sonoro e visivo. Si potrebbe parlare di “library music” – cioè musica per sonorizzazioni – nel caso di TVAM non esclusivamente strumentale ed indipendente dalle logiche commerciali delle commissioni delle case di produzione : Oxley sonorizza video – scelti/fatti dal lui stesso – volendo porre l’accento su scenari visuali postmoderni, quali l’aggressività della società consumistica, la pervasività dei messaggi pubblicitari e l’invadenza della televisione. Solo qualche esempio: il video di “Porsche Majure”, tra le prime produzioni TVAM, è una (ipotetica) pubblicità per una macchina – la macchina come simbolo del consumismo – che ha come punti di riferimento narrativi e visivi il romanzo Crash di JG Ballard ed il film Week End – Una donna e un uomo da sabato a domenica di Jean-Luc Godard (famosa la sequenza di dieci minuti con le auto incolonnate).
A parlare, però, non sono solo immagini, la musica mantiene comunque un ruolo sempre centrale e fondante: crea la sceneggiatura, che non ha quasi mai buchi, sempre coerente con la messa in scena visiva. E, chiaramente, ogni brano di Joe Oxley non che può suonare diverso l’uno dall’altro. Non potrebbe essere altrimenti, quando, come nel caso del progetto TVAM, si copiano, incollano e contrappongono (in maniera apparentemente nonsense) angolazioni sonore diverse – musica industrial, minimal wave, post punk, kraut, noise rock- dando vita ad un suono pieno, caotico ed in continuo divenire. “Total Immersion”, sette pollici in uscita il 25 novembre per la Psychic Data Label, è una sorta di orgia sonora delirante ed ossessiva in chiave kraut e potrebbe essere il manifesto musicale di Oxley: partendo dal manipolamento/uso dei suoni creati da drum machine, sintetizzatori, chitarra e poco altro, si delinea un quadro lontano anni luce dal concetto tradizionale di canzone pop. Un cut-up di musica ed immagini.
(Monica Mazzoli)