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L’esibizione dei R.E.M. allo Stadio Dall’Ara di Bologna è stata l’unica tenutasi in Italia tra le date del tour europeo ed ha quindi radunato molte persone provenienti dall’intero stivale, cosa che è stata simpaticamente e cortesemente fatta rilevare anche dal bassista del gruppo, l’egregio Mr. Mills, che ha salutato questo pubblico eterogeneo, unito dal piacere offerto dalla grande prova del gruppo georgiano.
I R.E.M. sono gli unici rimasti sulla scena planetaria tra tutte quelle bands che una quindicina di anni fa, o poco più, erano riunite sotto una corrente artistica chiamata “Paisley underground”, e che produsse formazioni come i Dream Syndicate, Green on Red, Rain Parade negli Stati Uniti, ed i magnifici australiani Church. Questa corrente cercava di recuperare ed attualizzare vecchi suoni sixties come i “jingle jangle” provenienti dalle Rickenbaker dei Byrds o le asperità dei Velvet Underground. Ebbene, solo i R.E.M. (Rapid eye movement, molto psichedelico, molto 60’s…) sono riusciti ad arrivare al grande pubblico, attraverso una maturazione mai inacidita verso evidenti compromessi commerciali. Tutto ciò, per una band e per degli artisti, credo sia il massimo. Ed il massimo lo hanno dato in questo concerto!
La cosa piuttosto strabiliante è stata l’atmosfera intima creatasi in uno stadio affollato da 25.000 persone, Stipe & Co. hanno semplicemente suonato quello che più gli andava, avendo ormai un repertorio sterminato, con pochissime concessioni al solito glamour da raduno rock. Quindi, molte canzoni lente, od introverse, o mezze ballads. Hanno suonato i loro grandi pezzi, “Man on the Moon”, “Everybody hurts”, “Losing my religion”, addirittura una “Pilgrimage” tratta dal loro lontano 1° album, e la gente li ha seguiti con la stessa intensità ricevuta dalla loro musica. Michael Stipe ha di nuovo dimostrato, se mai ce ne fosse stato bisogno, di essere un grandissimo frontman in possesso di una voce stupenda e malleabile. Giurerei che quando registrano in sala per lui è sempre buona la prima! Buck, Mills e Stipe stanno facendo la storia della musica americana contemporanea e vederli ed ascoltarli così splendidamente maturi è stato un enorme privilegio.
(Max Cavassa)
Scaletta:
Lotus
What’s the Frequency, Kenneth?
So Fast, So Numb
Pilgrimage
Suspicion
The Wake-Up Bomb
Half a World Away
The Apologist
Electrolite
Daysleeper
The Great Beyond
Sweetness Follows
The One I Love
Find the River
At My Most Beautiful
Man on the Moon
Everybody Hurts
Walk Unafraid
Losing My Religion
Encore:
Hope (Stipe solo)
Why Not Smile
Crush With Eyeliner
Tongue
Gardening at Night
It’s the End of the World as We Know It (And I Feel Fine)
11 dicembre 2001