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Molto bella, la nuova dei Dirty Projectors, si commentava ieri in redazione.
La canzone in questione, secondo estratto dall’album omonimo in uscita il 24 febbraio 2017 su Domino, si intitola “Up In Hudson” ed è un omaggio agli anni di Obama e alla generazione indie di questo periodo (2008-2016).
In effetti fu proprio più o meno sul finire dello scorso decennio che emerse in maniera prepotente un’anima ed una cultura “indie” (il virgolettato è ultra-necessario, consci della larghezza di confine di una tale definizione…) sempre più condivisa negli States ed esportata sul globo: i Grizzly Bear, i Deerhunter, i Fleet Foxes e, appunto, i Dirty Projectors. Ora da un paio di anni a questa parte la cultura dominante sta cambiando. Semplificando, sarà l’era-Trump anche nella musica?
Tracklisting:
01. Keep Your Name
02. Death Spiral
03. Up In Hudson
04. Work Together
05. Little Bubble
06. Winner Take Nothing
07. Ascent Through Clouds
08. Cool Your Heart
09. I See You
(Paolo Bardelli)