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Le classifiche di fine anno delle testate giornalistiche (specializzate e non) cartacee e online tendono spesso – diciamolo – ad assomigliarsi. Capita, in molti casi, di leggere i soliti venti nomi : sembra quasi che esistano solo una cinquantina dischi e che il resto scompaia, venga dimenticato. Situazione forse inevitabile, dato il grosso, spropositato numero di pubblicazioni discografiche prodotte e commercializzata. Resta, però, una sensazione/situazione di amarezza con tanti punti di riflessione e di domanda.
Personalmente nei miei awards, ogni volta, cerco di essere inclusiva e fare una specie di megalistone di tutti i miei ascolti. E così è stato anche quest’anno.
Top 10 dischi
1. Michael Chapman & Ehud Banai – EB=MC
2. Marty Stuart and His Fabulous Superlatives – Way Out West
3. Bitchin Bajas – Bajas Fresh
4. Nev Cottee – Broken Flowers
5. Eyelids – Or
6. The Cowboys – The Cowboys (3rd)
7. Meridian Brothers – ¿Dónde estás María?
8. Ikebe Shakedown – The Way Home
9. Shilpa Ray – Door Girl
10. Jordan Rakei – Wallflower
Altri dischi in ordine sparso
Randy Newman – Dark Matter
Destroyer – ken
Oumou Sangare — MOGOYA
Msafiri Zawose — Uhamiaji
Ko Shin Moon — Ko Shin Moon
The Cubical – Blood Moon
James Holden and the Animal Spirits – The Animal Spirits
Awa Poulo – Poulo Warali
Nicole Mitchell – Mandorla Awakening II: Emerging Worlds
Jaimie Branch – Fly or Die
Irreversible Entanglements – Irreversible Entanglements
Arto Lindsay – Cuidado Madame
Sharon Jones & The Dap-kings – Soul of a woman
Soul Scratch – Pushing Fire
Baby Jesus – Took Our Sons Away
Michael Head & The Red Elastic Band – Adios Senor Pussycat
Adam Ostrar — Brawls in the Briar
Makan Tounkara — Daba
Golden Retriever – Rotations
Tinariwen — Elwan
The Routes – Dirty Needles And Pins
The Rich Hands – Take care
The Rubs – Impossible Dream
Greg Ashley – Picture of Saint Paul Street
Antibalas – Where the Gods Are in Peace
Ifriqiyya Electrique – Rûwâhîne
Daymé Arocena — Cubafonía
Jitwam — selftitled
Billy Woods – Known Unknowns
Aquaserge – Laisse ça être
The Baron Four – Silvaticus
Bargou 8 – Targ
Ellen Arkbro – For Organ and Brass
Yazz Ahmed – La Saboteuse
Moses Sumney – Aromanticism
Mount Eerie – A Crow Looked At Me
James Elkington – Wintres Woma
Mdou Moctar – Sousoume Tamachek
Afous d’Afous – Tenere
Brent Cash – The New High
Mark Eitzel – Hey Mr Ferryman
Nick Garrie – The Moon & The Village
Gospelbeach – Another Summer of Love
Sundays & Cybele – Chaos & Systems
Don Bryant – Don’t Give up on Love
Mavis Staples – If All I Was Was Black
Lars Finberg — Moonlight Over Bakersfield
Flat Worms – Flat Worms
The Stevens – Good
The Living Eyes — Modern Living
DAG — Benefits of Solitude
Tin Foil – Tin Foil
Michael Nau — Some Twist
Simon Joyner — Step Into The Earthquake
Half Forward Line – The Back of Mass
Razz — Time Frames
First Base — Not That Bad
Rafael Toral – Moon field
Jane Weaver — Modern Kosmology
Call Super – Arpo
The Surfing Magazines – The Surfing Magazines
The Magnetic Fields – 50 Song Memoir
Burgess Meredith — A Dimension Of Sound
King Gizzard & The Lizard Wizard – Sketches of Brunswick East
Paul Heaton & Jacqui Abbott — Crooked Calypso
Michael Chapman — 50
John Murry — A Short History of Decay
Angles 9 — Disappeared Behind the Sun
Nicole Atkins — Goodnight Rhonda Lee
Martin Carr — New Shapes of Life
Les Filles De Illighadad — Eghass Malan
Bedouine — Bedouine
Reginald Omas Mamode IV — Children of Nu
RVG — A Quality Of Mercy
The Clientele – Music for the Age of Miracles
Myrrors – Hasta la Victoria
Nadine Shah – Holiday Destination
Colleen – A Flame my Love, a Frequency
Jlin – Black Origami
Beach Fossils – Somersalt
Sparks – Hippopotamus
Holiday Ghosts – Holiday Ghosts
Tamikrest – Kidal
Group Doueh & Cheveu – Dakhla Sahara Session
Cosmic Analog Ensemble – Les Sourdes Oreilles
Richard Warren – Disentangled
Chaz Bundick Meets The Mattson 2 – Star Stuff
Peter Perrett – How The West Was Won
Naked Beast – Naked Beast
Skip Church – Out Of Tune, In Touch With The Devil
Binker & Moses -Journey To The Mountain Of Forever
Trio Da Kali – Ladilikan
Cheer-Accident — Putting off Death
Rips – Rips
Kitchen people – Trendoid
Moral Panic – Moral Panic
The Bats – Deep Set
Sneaky Feelings – Progress Junction
Photay – Onism
EP/Singoli
The Whiffs – Take A Whiff!
Andy Human & The Reptoids – Refrigerator 7″; Kill The Comma / Do The Mole
MAMA / Private Interests Split
Gladys Lazer – Candy World/Bye Past
The Keep Left Signs – Tomorrow
Corner Boys – Just Don’t Care 7″
FASHIONISM – Back In The Day 7″
Stutter Steps – Floored EP
TV CRIME – Clocking In b/w Clocking Out
The Fox Sisters – My Finest Hour
The Hipshakes – Shot/Samba single
Ascolti italiani
In Zaire – Visions of the Age to Come
Bee Bee Sea – Sonic Boomerang
The Rippers – A Gut Feeling
Juju – Our Mother was a plant
Alessandro Cortini – AVANTI
Caterina Barbieri – Patterns Of Consciousness
Julie’s Haircut – Invocation And Ritual Dance Of My Demon Twin
Heroin in Tahiti – Remoria
Plastic Man – Sounding Aquarium
Top 5 Ristampe
1. Lucio Battisti Masters
2. Maria Teresa Luciani – Sounds of City
3. Hüsker Dü – Savage Young Dü
4. Isaac Hayes – The Spirit Of Memphis (1962-1976)
5. R.E.M. – Automatic for the People
Da tenere d’occhio
Quest’anno la rubrica “Da tenere d’occhio” ha trovato una sorta seconda casa nell’appuntamento mensile di Scoutcloud, dedicato alla scoperta di nuova musica intercettata su Soundcloud.
Dogu Blok
“La critica musicale è spesso occidentocentrica dimenticando i mondi sonori altri.
Scoutcloud, per il suo primo appuntamento, va in controtendenza e viaggia a Oriente, lo fa con Dogu Blok: artista di Ankara (Turchia), autore di due dischi e di una serie di EP, usciti solo in formato digitale e ascoltabili su Soundcloud e Bandcamp.
I due album a nome Dogu Blok – “Televizyon Ahlakı” (2015) e “Şeytan Hazretlerinin Son Yolculuğu” (2017) – sono la carta d’identità di un musicista con tante personalità sonore : un scrittore e interprete dei propri prezzi, che, pur cantando nella propria lingua – il turco – e mantenendo quindi un elemento di appartenenza a una tradizione culturale nazionale, riesce – quasi sempre – a fare propri stilemi e generi del pop/rock (inteso in senso lato, ovviamente) britannico e americano : brani come “Tek Güzel Tarafı” e “Böylesi Hisler” – contenuti in quello che possiamo il disco d’esordio di Dogu Blok – ne sono la testimonianza.”
Real Tears
“Can’t get you outta my head cantano gli svedesi Real Tears e a non uscire dalla testa sono anche le loro canzoni : brani che non superano quasi mai i due minuti e incarnano al meglio lo spirito vero del rock’n’roll.
Nel 2017 in termini di punk e power pop è stato già detto tutto, gruppi come i Real Tears, però, rappresentano la parte migliore di una scena musicale (quella svedese, in questo caso) non particolarmente originale ma che interpreta in maniera diretta, profonda e intensa la musica fatta con le chitarre.
Il disco d’esordio, “Too cool to rock” (2016), è un concentrato adrenalinico di divertimento, vitalità ed esuberanza sfrenata : la semplicità di pochi accordi al servizio di un’irruenza espressiva delle più energiche. Da una parte il senso della melodia – tipicamente pop – e dall’altra la sfrontatezza del primo punk (inglese).”
The Flying Stars of Brooklyn, NY
“The Flying Stars of Brooklyn, NY è il progetto di Aaron Frazer, batterista degli americani The Indications , band che ha accompagnato il cantante soul Durand Jones nell’album di debutto omonimo, “Durand Jones & the Indications” (2016), edito per la Colemine Records, etichetta discografica specializzata in uscite soul/funk/jazz.
Ed è stata proprio quest’ultima a offrire la possibilità a Frazer di dare libero sfogo alla propria passione per il gospel soul pubblicando un primo 45 giri con il nome – appunto – di The Flying Stars of Brooklyn, NY : insieme a Micah Blaichman (Lord Youth), Wyndham Baird ed Eli “Paperboy” Reed il musicista newyorkese ha prodotto e scritto due brani – “My God Has a Telephone” e “Live On” – con un suono caldo e celestiale.”
Ari Roar
“Ari Roar, progetto mente ed anima di Caleb Campbell, è un’istantanea di pop music, di brani che girano attorno a dolci simbiosi tra voce e chitarra (sottotraccia anche tastiere e batteria). In continuo movimento, però. Le canzoni, contenute nell’EP “Patch me up” (2016, Golden Brown), infatti, hanno sì quella intimità delicata e quella leggerezza da testa sulle nuvole ma al contempo sanno sbocciare, come fiori primaverili, in melodie soffici e rotonde. La musica (guitar) pop da cameretta – definita in inglese bedroom pop – si apre, quindi, al mondo con quattro brani – “Dove”, “Take Me Over”, “Karate Again”, “The Ointment” – figli di luoghi e tempi diversi: la prima parte – o sarebbe meglio dire la prima fase – del disco nasce nel microcosmo del garage di casa di Campbell , a Dallas (Texas), ma quasi subito si estende a una realtà più ampia, alla scena locale di Denton, alla registrazione del disco partecipano due Midlake: McKenzie Smith e Joey McClellan […]”
Playlist
(Guitar)Poplandia
Anche quest’anno ritorna Guitar(Poplandia): una selezioni di brani che guarda al lato più chitarristico del pop.
Concerti
Teenage Fanclub, Bologna, Antoniano, 19 febbraio 2017
“[…] è proprio dal vivo che è possibile toccare con mano la potenza di certi brani – classici del pop chitarristico anni novanta – e capire cosa voglia dire scrivere pezzi strofa-ponte- ritornello, semplici ma efficaci, fuori da ogni moda (all’epoca il grunge e il brit pop) e passatisti nella misura in cui sono fieramente ancorati ad un passato dove la cosa più importante era il formato canzone, che nel mercato discografico odierno sembra non essere più centrale. I Teenage Fanclub sono, quindi, la cosa meno fashion che si possa vedere su un palco perché ad essere protagonista – cosa banale da dire – è la musica : armonizzazioni vocali nella migliore tradizione pop, chitarre scintillanti e melodie impossibili da scacciare via dalla testa.”
Toy, Firenze, Glue, 25 febbraio 2017
” […] le canzoni (non in senso stretto) dei Toy assumono mille sfumature – dalle atmosfere eteree, in bilico tra soundtrack music e riverberi (alla My bloody valentine), di “Cinema” alle nevrosi cosmiche di “Kopter” e “Join the dots” – muovendosi su più coordinate sonore – kraut, psichedelia, shoegaze, post punk – ed evitando di focalizzarsi su un unico universo musicale perché alla base dell’esibizione del gruppo – Tom Dougall (voce, chitarra), Dominic O’Dair (chitarra), Maxim Barron (basso), Charlie Salvidge (batteria) e Max Oscarnold (tastiere – sostituto di Alejandra Diez) – c’è una chiara voglia (assolutamente palpabile) di rimescolare le carte in tavola ad ogni brano (e non solo), è il caso di “Fast Silver”, che comincia con un intro similspaghetti western – Morricone è una delle ispirazioni dichiarate della band (si legga la bella intervista alla band su The Line of best fit) – ma si sviluppa in vampate leggiadre dream pop.”
Billy Bragg, Mojotic Festival, Sestri Levante, 7 agosto 2017
“[…] quando si parla di amore, di vulnerabilità emozionale e di lotta/critica sociale e politica, la potenza di una chitarra (acustica o elettrica) non ha eguali: Billy Bragg lo sa bene. Nella serata ligure, ancora una volta, il musicista inglese dà voce, in maniera nuda e pura, a un suono che unisce senso della melodia, energia punk, canzone di protesta, cantautorato intimista : dalle classiche love song – “The Milkman of Human Kindness”, “Greetings to the new Brunette” – agli inni “Between the Wars” (ispirato dallo sciopero dei minatori del 1984-1985), “There is Power in a Union” (adattato sulle musiche di “Battle Cry of Freedom” di George Frederick Root); dalle reinterpretazioni del paroliere combattivo di Woody Guthrie agli episodi più recenti, “The Sleep of Reason”- il titolo riprende quello di un’incisione all’acquaforte di Francisco Goya, “Il sonno della ragione genera mostri” – dettato dalla situazione socio-politica attuale (gli Stati Uniti con Trump Presidente, l’Inghilterra del dopo Brexit) e “King Tide and the Sunny Day Flood” (tradotto in italiano “inondazioni di giornate soleggiate”) sul cambiamento climatico in atto sulle coste americane. In due ore (circa) di concerto, quindi, con un palco minimale, le canzoni di Bragg trovano il giusto spazio.”
Top 3 letture
1. Johnny Marr – Set the Boy Free
“Set the Boy Free”, autobiografia di Johnny Marr, è il documento di un moto, irrefrenabile, di amore e passione per la musica. Protagonista assoluto è ovviamente il suo autore, Johnny Marr : membro fondatore degli Smiths, chitarrista e autore nei progetti più disparati, dagli Electronic ai Modest Mouse. Per tutte le quattrocentoventi pagine scorre la bellezza del suonare, produrre riff e dedicare la propria a uno strumento. La chitarra : si parte da quella giocattolo dei cinque anni e si arriva a quella Fender Jaguar personalizzata Marr. Il tono narrativo, poi, è quello dell’amico più grande che si è divertito a collaborare con chi gli pareva e piaceva, senza troppe paranoie mentali.
Un libro per tutti : per quelli che si emozionano davanti a una canzone fatta di melodie e chitarre.
2. Claudio Bartolini – Il Cinema Giallo Thriller Italiano
“Il cinema giallo thriller italiano” di Claudio Bartolini : un libro enciclopedico sul cinema giallo all’italiana – più di 300 pagine che passano in dettaglio la produzione cinematografica italiana. Non solo anni sessanta/settanta…
3. Robert Forster – Grant & I
La storia commovente di una grande amicizia.