Le Luci della Centrale Elettrica aprono per Jovanotti

3 Comments

  • Piero
    Posted 13/04/2011 at 23:24

    Premesso che per me Jovanotti è uno dei pochissimi artisti della scena pop italiana degni di nota, sinceramente sono rimasto un po’ “infastidito” da questa notizia. In primis perchè non ci sono molte affinità musicali tra i due, e secondariamente perchè non riesco a immaginare come il pubblico di Jovanotti possa apprezzare Vasco.
    Perplessità. Parecchia.

  • Andre
    Posted 14/04/2011 at 16:10

    Ma io non riesco a capire i dubbi. O meglio: spiegatemi perchè non avrebbe dovuto accettare l’invito di Jovanotti.
    Per una qualche forma di integralismo indipendente? Ricordiamoci che Vasco Brondi, a differenza di tanti altri, ha rifiutato proposte allettanti di major che volevano il suo secondo disco ed è rimasto con La Tempesta.

  • Paolo Bardelli
    Posted 14/04/2011 at 20:27

    Sono l’ultimo a cui interessa l’integralismo indipendente, ma da che mondo e mondo si aiutano le band di supporto se ci sono affinità tra i pubblici. Ricordiamo l’effetto straniante che fecero i Low in apertura dei Radiohead, e non stiamo parlando di band così “diverse”. Musicalmente J. e L.D.C.E. non c’entrano niente, e non ci sarebbe nessuna sopresa se Brondi venisse fischiato, o quantomeno ignorato, in quei concerti. Meglio avrebbe fatto ad andare in una major, forse.

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010