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Una volta il sig. Bono ha affermato: “Non ci siamo mai allontanati dalla strada maestra, i nostri mutamenti sono sottili. L’originalità deriva dall’individualità più che dalle parole. Gli U2 usano i colori primari: chitarra, basso, batteria e voce. Li usiamo nella maniera più tradizionale e forse quello che stiamo facendo è piegare la tradizione, trarne fuori delle canzoni”. E’ proprio vero, caro Bonovox?
In molti potrebbero nutrire dei dubbi, in fondo è da “Achtung Baby!” che gli U2 non fanno un disco veramente seminale: “Zooropa” ha un lato A che spacca il culo e poi si perde (nonostante tutto è un album che rappresenta molto il clima dell’epoca…), “Pop” è stato un baraccone multicolor veloce come un ottovolante che però si è schiantato al suolo quasi subito (e comunque è apprezzabile il coraggio nella scelta di un sound all’avanguardia, alla Prodigy tanto per intenderci), “All That You Can’t Leave Behind” è un disco quantomeno imbarazzante, mentre di primo acchito è piaciuta – almeno al sottoscritto – la discreta definizione d’intenti di “How to Dismantle an Atomic Bomb”. Purtroppo neanche quest’ultimo ha retto all’onda d’urto del tempo.
Precisato questo, l’uscita di un nuovo disco dei quattro di Dublino, attesa per il 2 Marzo (il 3 negli States), è comunque un evento, poche balle. Comunque vada, sarà un evento, parafrasando il celebre detto.
E da qualche giorno si può anche ascoltare su http://goyb.u2.com (in streaming) il nuovo singolo, “Get On Your Boots”, con le info conseguenti, tipo la tracklist dell’album (“No Line On The Horizon”):
1. No Line On The Horizon
2. Magnificent
3. Moment of Surrender
4. Unknown Caller
5. I’ll Go Crazy If I Don’t Go Crazy Tonight
6. Get On Your Boots
7. Stand Up Comedy
8. Fez – Being Born
9. White As Snow
10. Breathe
11. Cedars Of Lebanon
Lo sto ascoltando più e più volte, e “Get On Your Boots” non sembra male. Ha qualche passaggio melodico, specie nel ritornello, alla “Hold Me, Thrill Me, Kiss Me, Kill Me”, il tipico basso fuzz alla Adam Clayton, un più che deciso andamento, molte idee. Certo, ho già sentito pareri che lo bollano come “terrificante”, ma non sarei così definitivo nel giudizio: se tutto l’album fosse di questa qualità…
Il vero problema è un altro: i primi estratti degli ultimi due dischi erano praticamente le canzoni migliori del lotto (“Beautiful Day” e “Vertigo”), e capite bene che la fiducia ormai gli U2 se la sono già mangiata da un pezzo.
Ma a chi ti ha dato così tante emozioni devi sempre dare un’ulteriore possibilità, pronto a dimenticarti di questo disco se ti deluderà.
Tanto c’è sempre un “The Joshua Tree” da tirare fuori alla bisogna, e non per molti artisti si può dire una cosa del genere.
(Paolo Bardelli)