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Fans degli Spiritualized, non leggete questa recensione. Non l’ho scritta per voi. Voi già sapete cos’è il mondo che gravita nella testa di Jason Pierce, ci siete dentro fino al midollo e sapete bene che la dichiarazione di solitudine autoinflitta per generare “And Nothing Hurt” è la solita storia: generare perfezione a discapito della salute, immaginarsi nella testa un mondo e cercare di riprodurlo in musica.
Questa recensione è per chi, non solo non ha familiarità con colui che ha dato vita alle derive tossiche degli Spacemen 3, ma che non sa nemmeno chi sia Pierce, belloccio inglese classe ’65 che ha scritto la storia del POP britannico. Esiste qualcuno che si è perso tutto ciò? Penso e spero esista davvero. Renderebbe queste parole droga per il tossico, miele per le api, acqua per gli assetati.
So già che voi, estimatori e da sempre (come me d’altronde) estasiati dalla capacità di portare l’ascoltatore nello spazio e anche oltre, volete sapere come è questo nuovo lavoro. Vi dico solo che è perfetto nel suo essere un disco degli Spiritualized. È un punto di arrivo più che un punto di partenza. Non disperde ma condensa. 42 minuti estatici di pura bellezza. Ma dicevo, a voi non interessa. Posso solo dirvi che inizia come iniziò 21 anni fa “Ladies and Gentlemen We Are Floating in The Space” (esattamente, inconsciamente o consapevolmente non è lecito saperlo), che latita di detriti cosmici ma che abbonda di melodie sinfoniche e ninna nanne in crescendo.
A quei pochi (o molti, dipende se qualcuno fuori dal giro si imbatterà in queste pagine) che leggeranno queste poche righe consiglio solo di abbandonarsi a cotanta bellezza; sarà un viaggio per voi senza ritorno, vi ricongiungerete ancora una volta con il rock, lo regalerete ai parenti e agli amici, direte di aver trovato il gruppo della vostra vita, vi innamorerete, rimarrete chiusi nelle vostre camerette a piangere le storie d’amore finite ma al contempo i 5 minuti di “Damaged” vi faranno risollevare la testa e le lacrime saranno solo di gioia.
Nel ricominciare.
Jason si è fermato per farvi ricominciare.
Lui viene dallo spazio e questo è il suo mondo.
Farete la stessa fine che abbiamo fatto tutti noi.
Se “And Nothing Hurt” vi sembra lo spazio, andrete a ritroso e vedrete le galassie.
Da lì è davvero difficile tornare indietro.
70/100
(Nicola Guerra)