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Cochemea Gastelum è polistrumentista, compositore, arrangiatore, direttore musicale californiano di lungo corso, componente dei Dap-Kings – backing band della mai dimenticata Sharon Jones – e turnista della scena afrobeat, soul di Brooklyn (Antibalas, Budos Band).
Il suo nome, però, è rimasto nell’ombra, lontano dalle luce dei riflettori e forse con “All my relations” (22 febbraio 2019), secondo disco da solista del musicista, la situazione potrebbe cambiare : l’album suona potente, diretto come un’esordio. È un ritorno viscerale alle proprie origini ancestrali, quelle da nativo americano, per Cochemea : la spiritualità delle sue radici yaqui e mescaleros si fanno sentire, battono forte sotto la pelle di tutti i brani. Dalla melodia navajo jazzata di “Song of Happines” alla ritmica da raduno powwow della title track “All My Relations” (con un titolo che fa riferimento alla preghiera dei Lakota Sioux, Mitakuye Oyasin), dal tributo di “Sonora” alla terra dei suoi antenati al ricordo etereo di “Los Muertos” e “Mescalero”.
Musica che si fa racconto dell’anima, dei legami di sangue con il passato. Non solo, però : l’universo sonoro e spirituale degli indiani d’america diventa punto d’incontro con altri mondi come la musica Gnawa di tradizione marocchina di “Al-Mu’tasim”, l’afro-jazz – fortemente ispirato dall’ascolto del lavoro del percussionista Sabu Martinez su “Afro Temple” – o la tradizione gospel, soul.
Culture (forse) diverse ma un’unica anima, quella di tutti i musicisti – Fernando Velez e Bosco Mann dei Dap-Kings, Sunny Jain, Elizabeth Pupo-Walker, Giancarlo Luiggi – che in totale libertà hanno partecipato alla creazione del disco.
(Monica Mazzoli)