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Non è più un mistero. Da qualche anno anche nelle periferie inglesi è esploso il rap raggiungendo canali e scenari mainstream un tempo impensabili. Rispetto a quanto accade dall’altre parte dell’Oceano la grime e il rap UK si muovono su traiettorie assai più complesse e dissonanti spesso sconfinando nell’elettronica e della bass music meno rassicurante, se vi includete tutto ciò che passa da Stormzy fino agli Young Fathers. Simbiatu “Simbi” Abisola Abiola Ajikawo aka Little Simz l’abbiamo scoperta nel 2014 quando appena ventenne trafiggeva al cuore la platea di uno dei festival europei più attenti alle novità e alle contaminazioni, il Way Out West. Cinque anni dopo la ragazza nata a Islington, Londra, da genitori nigeriani ha pubblicato tre EP e due LP che ne hanno messo in luce il talento di MC e di performer, in parte figlio del suo passato da precoce attrice.
Molto amata da Kendrick Lamar e da Damon Albarn che l’ha voluta come opening nel tour di “Humanz” dei Gorillaz e come featuring nel brano “Garage Palace”, la venticinquenne torna il 1° marzo con “Grey Area” in uscita su AGE 101. Il disco è stato anticipato nel 2018 da due singoli potentissimi, che peraltro aprono la tracklist (“Offence” e “Boss”), entrambi in linea con il sto peculiare stile: flow ubriacante, produzioni elettroniche figlie della tradizione UK, mai banali e sempre coraggiose e spiazzanti. Poi è arrivata a gennaio “Selfish” che non abbiamo che potuto includere nella nostra playlist delle migliori tracce del 2019 dove Simbi mette in luce le sue contaminazioni R&B più morbide e sinuose. “Grey Area” suona già come il disco della maturità con i suoi momenti più soul, jazzy e a tratti dub, ma ciò che colpisce è la duttilità di una voce, intensa, ammaliante e la forza narrativa dei suoi testi.
Se vi piace la black music, datele immediatamente una chance.
A Little Simz è dedicata la nostra copertina di marzo su Facebook e Twitter.