Steve Albini nella sua essenza, purtroppo per l’ultima volta.
[ di Matteo Ghilardi ] Nutro rispetto per il coraggio di rischiare, per la figura controversa e affascinante di Godano, per la voglia di proseguire su un percorso cantautorale che è emerso prepotentemente ai tempi di “Uno”. Quello che non posso negare è che “Canzoni per un figlio” non mi è piaciuto per niente.
[ di Matteo Ghilardi ] Una recensione a forma di lettera per Capovilla.
[ di Matteo Ghilardi ] Dalla stessa etichetta dei Black Keys il progetto di Parker Griggs, un ragazzotto capellone dell’Iowa completamente immerso in uno spazio temporale collocabile tra la fine del ’67 e gli ultimi sgoccioli del ’69.
I Verdena fanno man man bassa anche nella classifica del Ghilardi.
[ di Matteo Ghilardi ] Sarebbe riduttivo ricondurli a dei Kills italiani, in realtà all’interno di “Hot star” si odono echi delle Tigre e qualcosa di più danzereccio modello Gossip.
[ di Matteo Ghilardi ] Cosa c’è nello zaino di questo viaggio verso l’”Himalaya”? Qualche disco degli Shellac, qualcosa dei One Dimensional Man, l’immancabile “Atom Heart Mother” e “Demon box” dei Motorpsycho.
[ di Matteo Ghilardi ] Gli Spread ci deliziano con il loro macabro non-sense condito di irriverenza e giocosità, in un disco che ama scandagliare le grottesche fattezze dell’Inferno.
[ di Matteo Ghilardi ] Questo terzo disco per i Death Of Anna Karina attesta come la scena nostrana attuale sia in ottima forma. In concerto sabato 16 aprile al Calamita di Cavriago (RE), per Live in Kalporz.
[ di Matteo Ghilardi ] Questo “Wasting light” non è un capolavoro, tuttavia risulta più a fuoco rispetto ai precedenti lavori. L’importante è non farsi ingannare dal tam tam giornalistico sui nomi di Grohl, Novoselic e Vig.