• WEEZER, Weezer (Red Album) (Geffen, 2008)

    Una cosa è chiara: quando cominci a suonare più o meno come un’imitazione sbiadita dei tuoi numerosi imitatori (a venire in mente sono soprattutto Orson, Rooney o Ok Go) o forse anche peggio, ovvero una “pessima” e maldestra imitazione degli imitatori di te stesso, ebbene forse è giunto il triste momento di ammettere: 1) che…

    Read More

  • PAUL WELLER, 22 Dreams (Universal, 2008)

    Paul Weller è tornato. Non serve aggiungere altro, basta pronunciare una frase del genere e il rock (e con esso il suo spirito più vero) è già salvo, almeno fino a quando non tornerà a farsi drammaticamente viva gente come i Finley, con le proprie brutali razzie perpetrate ai danni delle nostre malcapitate orecchie. “22…

    Read More

  • FLEET FOXES, Fleet Foxes (Sub Pop / Audioglobe, 2008)

    Alla Sub Pop hanno un certo fiuto nell’acciuffare per la collottola (e mettere puntualmente sotto contratto) i gruppi nuovi di talento, questo è certo. Di recente hanno fatto uscire, tanto per raccontarne una interessante, l’esordio “Nouns” dei losangelini No Age e, manco a farlo apposta, il suddetto album ha conquistato tutti gli operatori del settore.…

    Read More

  • FUCK BUTTONS, Street Horrrsing (ATP, 2008)

    I Fuck Buttons sono un duo bristoliano salito di recente agli onori delle cronache dopo una fortunata apparizione all’ultima edizione del sempre più celebre e celebrato festival All Tomorrow’s Parties, non per niente arricchito per l’occasione dalla direzione e supervisone artistica dei Portishead. E proprio dai più famosi colleghi e concittadini si potrebbe avviare la…

    Read More

  • FOALS, Antidotes (Transgressive, 2008)

    Ecco un disco molto atteso dal pubblico indie. A realizzarlo un giovanissimo quintetto oxfordiano sotto la guida del carismatico cantante e chitarrista Yannis Philippakis (evidenti origini elleniche per lui). L’album, intitolato “Antidotes”, ha già ottenuto un apprezzabile e del tutto inaspettato successo di classifica in madrepatria e si appresta ora a colonizzare le menti più…

    Read More

  • THE NIRO, The Niro (Universal, 2008)

    Si potrebbe iniziare la recensione dell’esordio discografico del romano Davide Combusti (in arte semplicemente The Niro, non c’è che dire, bella trovata) proponendo una sorta di proporzione: The Niro sta a Jeff Buckley come Mario Biondi sta a Barry White. La somiglianza con il compianto cantautore statunitense, a tratti francamente impressionante, trae origine soprattutto da…

    Read More

  • THE PINK RAYS, Songs Know Everything About Love (Angle Records / Audioglobe, 2008)

    Bello il titolo che questa band (un quartetto) di Milano ha scelto per il suo full lenght di debutto, marchiato Angle Records. Esponenti di spicco di quella nuova ondata di bands indie germogliate nel sottobosco milanese all’ombra di locali come Plastic o Racket (si pesi ai Merci Miss Monroe o, volendo, anche agli Hot Gossip),…

    Read More

  • BABYSHAMBLES, Shotter’s Nation (Parlophone, 2007)

    Si potrebbe iniziare così: poteva andare peggio. Dopo un primo album tenuto insieme letteralmente con lo scotch, gonfio e tumefatto, registrato tra una clinica di riabilitazione e il dietro le quinte di qualche passerella di alta moda e dopo la tribolata pubblicazione del cosiddetto “Blinding Ep” (a sancire l’inizio del rapporto contrattuale con la major…

    Read More

  • THE ZEN CIRCUS & BRIAN RITCHIE, Villa Inferno (Unhip Records, 2008)

    Per il loro quinto album i pisani Zen Circus decidono saggiamente di fare le cose in grande, coinvolgendo un numero a dir poco considerevole di intelligenze musicali di altissimo profilo. Innanzitutto Brian Ritchie dei da sempre prediletti Violent Femmes, che in questo “Villa Inferno” oltre a produrre (con la collaborazione decisiva di Giorgio Canali, altro…

    Read More

  • HOLY FUCK, LP (Beggars Banquet / XL, 2007)

    Con un nome del genere non puoi certo passare inosservato. Poi si scopre che gli Holy Fuck, da Toronto, sono già al secondo lavoro (intitolato semplicemente “LP”, con tutta evidenza devono avere una malsana predilezione per le pastiglie), avendo esordito un po’ in sordina addirittura nel lontano 2005. Molti in questi giorni si stanno occupando…

    Read More

Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010