• CROSBI, All In (Mechanism, 2007)

    La proposta musicale di un gruppo come i Crosbi andrebbe apprezzata anche solo per il fatto di essersi scelta come nume tutelare un gruppo tanto dimenticato e sottovalutato quanto decisivo nella storia del rock inglese dell’ultimo quindicennio: i La’s (quelli di “There she goes”, ve li ricordate?). E’ infatti innegabile la somiglianza tra la voce…

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  • ART BRUT, It’s A Bit Complicated (EMI, 2007)

    Arriva finalmente, a due anni di distanza dal precedente e apprezzatissimo “Bang Bang Rock & Roll” (da avere possibilmente nella riedizione ampliata in due cd con ben sei inediti in più e quattro brani live), il secondo capitolo discografico degli inglesi Art Brut. Il disco è stato prodotto da Dan Swift (il predecessore aveva visto…

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  • PIGEON DETECTIVES, Wait For Me (Dance To The Radio, 2007)

    Se andaste in giro per il Regno Unito ad informare gli astanti di qualche concerto o gli occasionali clienti di qualche negozio di dischi che il rock è morto da un pezzo e che di conseguenza stanno perdendo il loro tempo, probabilmente quelli vi risponderebbero che siete soltanto dei poveri pazzi totalmente fuori di senno.…

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  • WILD BILLY CHILDISH AND THE MUSICIANS OF THE BRITISH EMPIRE, Punk Rock At The Legion Hall (Damaged Records / Goodfelas, 2007)

    E’ di fronte a personaggi come Steve Hamper (aka Billy Childish) che si inizia a percepire l’intrinseca inutilità di quello che si sta scrivendo (forse dello scrivere recensioni in generale…). Che cosa infatti possiamo noi aver il diritto di dire in presenza di un uomo che ha inciso oltre cento dischi, scritto due romanzi e…

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  • LARRIKIN LOVE, The Freedom Spark (Infectus / Rykodisc, 2007)

    È con un filo di amarezza che mi accingo a scrivere queste righe dedicate al primo e verosimilmente ultimo disco dei Larrikin Love. E’ infatti di qualche giorno fa la notizia dello scioglimento del gruppo, diramata attraverso il sito ufficiale della band. Un vero peccato perché questo giovane quartetto londinese raccolto attorno alla figura del…

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  • MAXIMO PARK, Our Earthly Pleasures (Warp, 2007)

    E alla fine sono tornati anche loro, i Maximo Park, ovvero il gruppo più amato e coccolato dalla critica tra i tanti venuti alla ribalta durante la British Invasion di un paio di anni fa (era il 2005 e con tutta probabilità quell’estate resterà indimenticabile quanto drammaticamente irripetibile per i cultori di indie rock britannico).…

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  • THE RAKES, Ten New Messages (V2, 2007)

    Da sempre considerati una piccola colonia di batteri cresciuta sul dorso del grande capodoglio Franz Ferdinand (che li ha fatti conoscere in Europa portandoseli in tour come spalla), i londinesi Rakes arrivano al secondo album in un momento non particolarmente felice per l’indie rock britannico. La grande sbronza mediatica della cosiddetta “British Invasion” sembra ormai…

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  • THE LONG BLONDES, Someone To Drive You Home (Rough Trade / Self, 2006)

    Ascoltando dischi come il debutto dei Long Blondes salta quasi subito alla mente una considerazione lampante: l’onnivoro revival pop delle ultime tendenze musicali sta, nemmeno troppo lentamente, spostando i propri territori di caccia in direzione degli anni Novanta. Prendendo in considerazione il caso specifico di questo quintetto di Sheffield (per tre quinti femminile), è impossibile…

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  • KAISER CHIEFS, Yours Truly, Angry Mob (B-Unique / Polydor, 2007)

    Non è del tutto chiaro quale possa essere l’obbiettivo di questa seconda attesissima prova discografica dei britannici Kaiser Chiefs. Riconfermare quel che di buono si era detto nel precedente pluripremiato “Employment” del 2005? Spingersi oltre, cercando di ampliare lo spettro stilistico e formale della propria musica? E’ molto difficile rispondere a queste domande. Molto difficile…

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  • BRETT ANDERSON Brett Anderson (V2, 2007)

    A guardare la copertina del freschissimo esordio solista di Brett Anderson (in un passato non troppo lontano voce di Suede e Tears) si ha come l’impressione che l’ormai quasi quarantenne cantante londinese sia da poco riaffiorato da una lunghissima e travagliata degenza ospedaliera. Volto asciutto e scavato, colorito pallido, uno sguardo torvo e perso a…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010