[ di Piero Merola ] I Godspeed You! Black Emperor stanno per arrivare in Italia per un minitour che toccherà Bologna e Trezzo sull’Adda.
[ di Piero Merola ] L’instabilità fisica ed emotiva dell’ormai trentacinquenne cantautore si riversa di getto in un album a dir poco sorprendente. La rassicurante catarsi tra canto bucolico e opera di “Illinois” lascia spazio a ossessione e isterismo che pervadono l’album. Il ritorno di Sufjan all’elettronica funziona.
[ di Piero Merola ] Il duo di Los Angeles, dopo due dischi infallibili che avevano ingenerosamente fatto appiccicare accanto al nome di No Age l’etichetta dello shitgaze, si scrolla definitivamente di dosso la fama di shoegazer che suona di merda. I No Age suoneranno venerdì 29 ottobre allo Spazio 211 di Torino e il…
[ di Piero Merola ] George Lewis Jr. sembra uno scarto di magazzino anni ’70. Mulatto, kitsch dentro, con baffetto da gestore di un mini-market off-licence. E invece, dopo aver metabolizzato quintali di Young Marble Giants, Smiths, Echo & The Bunnymen, tira fuori un album che è un piccolo gioiello
Sono sempre e comunque i Deerhunter. Più ci si sforza di includerli in una tradizione, più bruscamente il loro sound, multiforme ma stabile in un sound ben distinguibile, lascia a bocca aperta.
[ di Piero Merola ] Si parlava di shit-gaze quando la scena di San Diego è stata sconvolta dal neanche ventenne Nathan Williams. Passati da duo a trio, gli Wavves assumono le sembianze di Nirvana dal volto (dis)umano della generazione twitter.
[ di Piero Merola ] Gli Arcade Fire non sono ancora diventati nazionalpopolari. In questa dimensione più da arena, nel loro disco paradossalmente più teatrale, Regine e Win guidano alla perfezione gli eclettici componenti di questa incredibile orchestrina che ha provato a dare l’ultima scossa defibrillatrice al rock.
[ di Piero Merola ] Senza troppi proclami che lo lanciassero come album dell’estate prima del tempo, “Crazy For You” si è rivelata una delle migliori colonne sonore della stagione. Un inno alla leggerezza a metà strada di chitarre stridenti a bassa fedeltà figlie del garage-pop anni ’80 e linee vocali zuccherose da primi Sixties.
[ di Piero Merola ] Autoprodotti, ma tutt’altro che lo-fi. Indipendenti, ma da classifica. Quindici istantanee urbane dalla suburbia a metà strada tra le fughe dalla città di Neil Young e lo Springsteen di “The River”.
[ di Piero Merola ] Meno male che c’è la Scozia, o meglio i Belle & Sebastian. A riportare tutto sulla terra. A dare un po’ di sfigata concretezza, in contrasto con gli stanchi e stancanti specchietti per le allodole della scena italiana che conta, o in teoria dovrebbe contare.