Se Trent Reznor ci aveva abituato a tempi di gestazione kubrickiani – almeno cinque anni di riflessione creativa per i primi tre LP – trovarsi davanti a un nuovo disco dopo “solo” due anni, è un’esperienza singolare, come se non si fosse fatto in tempo ad accumulare abbastanza attesa come succedeva in passato. Ma i…
“Questo disco è il ritorno sul luogo del delitto”. Neanche il nuovo look, clamoroso il baffo luciferino anni ’70, può smentire gli intenti deliberatamente revival del nuovo progetto che lo vede protagonista supportato dai tre Bad Seeds che lo accompagnano dal vivo nelle performance da solista. Basta già il titolo – tratto da un brano…
Mi si passi la banalità della citazione, ma il secondo album è effettivamente il disco decisivo per testare il valore delle band emergenti. Senza andare troppo indietro – e prendendo tre nomi chiave del revival indie degli anni 60, 70 e 80 che quasi monopolizza la scena attuale – si nota facilmente che tra Strokes,…
Essere a soli ventiquattro anni uno degli artisti contemporanei più apprezzati e invidiati non è roba da poco. Ma lui sembra non accorgersene o non volerci fare caso, con quell’aura di fascino bohemien che ingannevolmente gli si associa e che senza mezzi termini ripudia ribadendo la sua visione ottimistica e schietta di libertà (offrire a…
Quale commiato più degno dello stile-Sonic Youth si poteva mai avere con la Geffen, l’etichetta che ha portato alla ribalta, ormai vent’anni orson, una delle rare band gloriosamente coerenti e anti-commerciali degli ultimi tempi? Niente greatest hits. Niente remix. Niente album dal vivo. Strumenti (ed espedienti) sempre ripudiati dallo storico collettivo newyorkese. Si sceglie quindi…
Una volta giunto al Parco Nord, con questa nebbia poco rassicurante che avvolge l’Estragon, mi viene da pensare a che concerto irripetibile verrebbe fuori se Mark Lanegan e Isobel Campbell ci regalassero un fuori programma suonando qui all’aperto. Sarebbero le condizioni climatiche ideali per accompagnare la presentazione del bellissimo, quanto evanescente e rarefatto, “Ballads of…
Ne è passata di acqua sotto i ponti di Bristol, autentica patria e ispirazione di un certo tipo di suggestioni, oscure quanto avvolgenti, dai toni elettronici (Massive Attack, Portishead, Spaceways, Smith & Mighty) e meno elettronici (basti pensare a Robert Wyatt o andando a ritroso ai mitici Pop Group), da quando il camaleontico compositore britannico…
Solitamente quando si scrive una recensione è un’operazione di comodo quella di celebrare l’illustre passato di band decennali per riempire inutili righe di presentazione. Nel caso dei Pere Ubu, quest’operazione ci sta tutta. Perché, a differenza di molte altre band coeve che alla fine dei Settanta cambiarono volto al rock, la multiforme creatura plasmata a…
Come la figlia di un giocatore di squash pakistano cresciuta sotto una rigida educazione religiosa sia diventata a 28 anni uno dei nomi nuovi più interessanti della scena musicale europea fa molto commedia british alla “Sognando Beckham”. Importerebbe poco francamente, se “Sognando Björk” non si arrivasse dopo solo un album all’attivo ad essere richieste dalla…
Nel caotico panorama indie/revival che monopolizza la scena attuale, artisti come Neil Hannon rischiano di passare inosservati. Un po’ come i bohemien di un tempo, incompresi, tormentanti, sedicenti o veri geni, relegati ai margini della società. Non è un caso che in pochi – è un caso che per certi aspetti mi fa pensare ai…