Il nuovo album del misterioso collettivo svedese è un coacervo esoterico di psichedelia voodoo, krautrock distorto, afrobeat e tribalismo.
Il ragazzo con il capello da cowboy guarda agli anni sessanta americani e alla West Coast (ma le belle canzoni non mancano).
Il secondo disco dei texani a Brooklyn guarda al passato senza però perdersi in inutili revivalismi e copie sbiadite/pedisseque di ciò che fu.
Un altro colpo per Stephen McBean: “Get Back” è un disco di belle canzoni, con le radici negli anni che furono e i frutti negli anni duemila.
La letteratura e la musica, indissolubilmente unite, creano un varco spazio – temporale, e Collini interpreta, più che leggere.
Il rock è dei cinquantenni. Mercoledì sera al Tender, bel locale di Firenze, Federico Fiumani ce l’ha dimostrato. Il pubblico voleva festeggiare il cinquantaquattresimo compleanno di un’icona della new wave italiana prima e del cantautorato punk poi. Ma, a ben sentire, è il festeggiato che ha fatto un regalo agli spettatori paganti: un bagno di…
Il duo di Brooklyn è un equilibrista: hanno come tutti le band di riferimento, ma – cosa che non capita spesso negli ultimi anni – elaborano un proprio stile.
Sabato sera il Sonar, club alternativo per eccellenza del senese – in passato ha ospitato Diaframma, Buzzcocks e tanti altri – lascia il suo piccolo grande palco a Nada, che è molto rock dentro. La cantante e autrice livornese ha una corazza dura, una testa pensante e non si perde in inutili capricci da rockstar,…
Naufragare diventa dolce, se il rock’n’roll è l’ancora di salvataggio.