I Men proseguono la strada del classic rock ma conferiscono ai vari brani un’impronta ruvida e forte.
I Giuda vanno per la loro cattiva strada, quella, appunto, del rock’n’roll.
La chiave di lettura di “Morning Phase” è la semplicità.
Riecco gli anni novanta, ma non quelli dei Pavament. Malkmus si è innamorato dei primi Weezer.
Kurt Vile sul gradino più alto nella classifica di Monica Mazzoli che ha parole buone anche per Julia Holter, gli italiani His electro blue voice e per la copertina dei Touché Amoré.
Mark Burgess, membro fondatore dei fu Chameleons – ora Chameleons Vox – è il protagonista di uno spettacolo toccante e commovente, sia per i veterani degli anni ottanta che per i più giovani.
Vagabondo musicale influenzato da Elliott Smith, il venticinquenne statunitense Jordan Lee in questo esordio unisce classicismo e sperimentazione alla ricerca di piccole suite visionarie. (foto di Jessica Lehrman)
I Go!Zilla nascono a Firenze, ma è solo un caso, si tratta di una coincidenza, è del tutto ininfluente che Luca Landi (chitarra/voce) e Fabio Ricciolo (batteria/ seconda voce) siano fiorentini, potrebbero essere americani e suonerebbero alla stessa maniera: la musica non cambierebbe di una virgola e tantomeno l’attitudine. Il suono di “Grabbing a Crocodile”,…
In Svezia sono di nuovo gli anni ottanta. E per gli amanti di sonorità post-punk/synth pop questo sarà un disco da ascoltare e amare.