• PRIMUS, Sailing The Seas Of Cheese (Interscope, 1991)

    Che i Primus siano il gruppo più assurdo in circolazione dalla morte del genio di Frank Zappa, non c’è dubbio alcuno. Capaci di mescolare nel loro calderone musicale lo stesso Zappa, i Red Hot Chili Peppers, i Pere Ubu e i Devo, Les Claypool (voce, basso e clarinetto), Larry Lalonde (Chitarra e banjo) e Tim…

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  • BOB DYLAN, Bringing It All Back Home (Columbia, 1965)

    Nel momento di maggior fulgore della sua creatività, ormai già simbolo di una generazione in lotta, dei fratelli maggiori di quei ragazzi che solo tre anni dopo metteranno a ferro e fuoco il quartiere latino a Parigi, Bob Dylan elabora e porta a termine quello che forse può essere considerato il suo capolavoro – insieme…

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  • MARLENE KUNTZ, Il vile (Consorzio Produttori Indipendenti, 1996)

    “Il vile” è un album difficile. Difficile sia per chi lo ascolta, sia per chi lo ha composto. Non doveva essere facile l’approccio con nuovi brani dopo il successo di “Catartica”. Ma il gruppo capitanato da Cristiano Godano, con un nuovo bassista – Dan Solo, di estrazione metal – non teme confronti e parte a…

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  • MARLENE KUNTZ, Catartica (Consorzio Produttori Indipendenti, 1994)

    Sicuramente da “Ko de Mondo” dei CSI nasce il rock italiano anni ’90. Probabilmente da “Catartica” questo rock inizia a diffondersi su larga scala. Sorti sul finire degli anni ’80 a Cuneo cercando di inseguire le sonorità di gruppi fondamentali dell’underground mondiale come i Sonic Youth e gli Einsturzende Neubauten, notati ma non premiati ad…

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  • NIRVANA, Nevermind (Geffen, 1991)

    Sì, volenti o nolenti, probabilmente siamo davanti all’album più importante degli ultimi quindici anni per quanto riguarda la diffusione (e la commercializzazione) del rock. Kurt Cobain (voce e chitarra), Chris Novoselic (basso) e Dave Grohl (batteria), sono sconosciuti al grande pubblico – al loro attivo solo un altro album, “Bleech”, uscito per la Sub Pop…

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  • FABRIZIO DE ANDRE’, In Concerto Volume 2 (BMG/Ricordi, 2001)

    Eccola la memoria come arriva a disturbare i sonni quieti. Eccola, a tre anni di distanza, quando forse non c’è più neanche la voglia del rimpianto. Eccola che scuote con genovese stretto i fasci di luce della camera. Improvvisa, è tornata la memoria, la memoria del lutto, della sensazione di vuoto. De Andrè se ne…

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  • MARLENE KUNTZ, Ho ucciso Paranoia + Spore (Sonica Factory, 1999)

    I Marlene si ripropongono un’altra volta. Dopo il successo de “Il vile” portato in lungo e in largo in tour per l’Italia, tornano con un doppio cd dalle ambizioni altissime e, come vedremo, non pienamente appagate. Il concetto musicale è sempre lo stesso, riuscire a mischiare dolcezza e disturbante rumore, ma il risultato qui è…

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  • AFTERHOURS, Germi (Vox Pop, 1995)

    Quando gli Afterhours esordiscono sul mercato italiano con “Germi” hanno già una lunga vita alle spalle: nati sul finire degli anni ’80 a Milano, hanno raggiunto una certa notorietà negli USA con i loro testi esclusivamente in inglese. In Italia la loro fama rimane ristretta a pochi cultori dell’underground. Nel 1994 gli viene offerta la…

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  • AFTERHOURS, Hai paura del buio? (Mescal, 1997)

    Primo paradosso: “Hai paura del buio?”, oggettivamente il più grande album rock italiano degli anni ’90 (insieme ai primi due album dei Marlene Kuntz e all’intero lavoro dei CSI), ebbe difficoltà inaudite a trovare una produzione. Alla fine gli Afterhours si affidarono alla Mescal. In un periodo di invidiabile vena compositiva – l’album è composto…

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  • AFTERHOURS, Non è per sempre (Mescal, 1999)

    Arrivati al terzo album in italiano gli Afterhours continuano la loro lenta ma assidua trasformazione, accentuando ulteriormente gli episodi pop e diminuendo drasticamente le dissertazioni vicine al punk e al noise. Qui addirittura solo due brani si riallacciano a canzoni come “Germi” o “Dea”: la disperante e urlata “La verità che ricordavo”, dove tornano i…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010