• Arezzo Wave 2005 (15-17 luglio 2005) – 2a parte

    Lo ammetto senza particolare vergogna: credo che la partecipazione a un festival sia quanto di più gratificante esista per l’esegeta di questa o quell’altra arte. Personalmente sono un animale da festival, cinematografici o musicali che siano, e mi sento molto a mio agio in questa veste. Vista e considerata la mia predisposizione come non innalzare…

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  • TOM VERLAINE, Songs And Other Things (Thrill Jokey / Wide, 2006)

    Il bello addormentato nel bosco è stato risvegliato dal suo sonno decennale (da cosa, non ci è dato saperlo) ed è tornato a far sentire la sua voce nel mondo della musica. Erano quasi quindici anni che il nostro non metteva su supporto del materiale originale, e francamente si aveva l’impressione che quel silenzio compositivo…

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  • DANIEL JOHNSTON, Lost And Found (Sketchbook / Goodfellas, 2006)

    Dieci, cento, mille, centomila, milioni, miliardi di questi Daniel Johnston: il più strampalato autore di musica che questi tempi pure così strampalati – e con tutti che sperano di essere etichettati come freak, dimentichi del valore intrinseco dell’epiteto – ci hanno regalato torna a dire la sua, a tre anni di distanza dal giustamente osannato…

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  • THE BLACK HEART PROCESSION, The Spell (Touch & Go / Wide, 2006)

    Niente più Paulo Zappoli, niente più rock mascherato da serata danzante con tanto di dissetanti cocktail alla mano, niente più svisate colorate all’inverosimile. I Black Heart Procession di “The Spell” tornano all’antico anche se, come avremo modo di vedere, qualche cambiamento significativo c’è. La cosa certa comunque è che chi, come il sottoscritto, era uscito…

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  • MASOKO, bubù’7te (Snowdonia, 2006)

    Per il sottoscritto l’ascolto di “bubù7te”, esordio ufficiale dei Masoko nella musica che “conta” non è stato accompagnato da alcun ooooh di meraviglia nè da strabuzzamenti d’occhi vari. A leggere a destra e a manca ho avuto modo di scorgere frasi a effetto come “la sorpresa New Wave italiana”, “i buontemponi del revival wave” e…

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  • DADAMAH, This Is Not A Dream (Kranky, 1992)

    L’ascoltatore ignaro che capitasse, per volontà del fato, a orecchie aperte sulle undici tracce che compongono “This Is Not a Dream” dei Dadamah, potrebbe facilmente incappare nell’errore di considerare questo lavoro capitale della musica contemporanea una perla solitaria. In realtà alle spalle del progetto Dadamah risiede il genio di Roy Montgomery che, oltre a una…

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  • ANIMAL COLLECTIVE, Feels (Fat Cat, 2005)

    Gli Animal Collective sono tra le creature più importanti che attraversano il suono americano di questo inizio di millennio: ne ero già praticamente certo perlomeno dal 2003, l’anno di “Here Comes the Indian”, tra i più mirabili risultati artistici degli ultimi tempi e non solo nel ristretto campo del cosiddetto pre-war folk e neanche solo…

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  • BORIS, Pink (Diwphalanx, 2006)

    I Boris del 2006 sono l’oscenità e il furore mescolati a un candore che non gli è mai possibile raggiungere ma che perseguono con una cocciutaggine davanti alla quale è impossibile non arrendersi e inchinarsi: tutte queste fratture sono racchiuse nel maiuscolo incipit che sbaraglia il campo, visto che “Parting” è un oceano di rumore…

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  • JAMES BLACKSHAW, Sunshrine (Digitalis, 2006)

    Metti il cd nel lettore e inizia la title-track. Per più di due minuti è solo il rintoccare cadenzato delle campane a scuotere l’aria, poi sommessamente si fa largo la chitarra acustica, con bruschi interventi atti a farne percepire la presenza. Poco alla volta la chitarra prende il sopravvento, la sei e la dodici corde…

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  • DRINK TO ME, Kralle Brau Sessions (cd-r, Stuprobrucio, 2006)

    La musica dei Drink To Me non si affranca praticamente mai dalla struttura indie di matrice prettamente statunitense, e anche nel caso di queste “Kralle Brau Sessions” che la Stuprobrucio fa uscire in Cd-r (come da consuetudine della piccola label di Ivrea), si può notare l’aderenza dell’impalcatura musicale edificata da Carlo, Marco, Pierre e Francesco…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010