• Clap Your Hands Say Yeah,Transilvania, Milano, 22 febbraio 2006

    L’ultima fiaba dell’indie rock ai tempi della Rete (o già penultima?) sbarca in Italia. Esiste ormai una letteratura su come i Clap Your Hands Say Yeah si siano autoprodotti, autopromossi e autodistribuiti attraverso il loro sito web e il tam tam dei blogger, facendo vendere migliaia di copie al loro eponimo album d’esordio senza avere…

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  • ARAB STRAP + SATELLITE INN, Hiroshima (Torino) (20 febbraio 2006)

    Aprono la serata gli italiani Satellite Inn, trio che propone un folk rock d’ispirazione americana. Le loro struggenti ballate, pur non avendo granchè di originale, richiamano piacevolmente i Sophia, e grazie a qualche guizzo elettrico figlio di certi Dinosaur Jr. Spogliato il palco, gli Arab Strap entrano in scena con una formazione decisamente rock. Niente…

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  • Coldplay, Palamalaguti (Casalecchio – BO) (15 novembre 2005)

    Anche i migliori, a volte, annoiano. Qualche kalporziano sarà già saltato sulla sedia nel leggere “i migliori” riferito ai Coldplay, ma non vogliamo essere ipocriti e non tributare ai quattro londinesi l’onore di essere tra i migliori interpreti di questo momento musicale. Qualità unita a commercialità. A Casalecchio, però, qualche meccanismo che oliava a dovere i…

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  • Baustelle, Calamita di Cavriago (RE) (22 ottobre 2005)

    Dopo tre anni di “Live in Kalporz!”, finalmente anche noi abbiamo avuto la soddisfazione di appendere fuori dalla porta del “Calamita” il cartello “Sold out”. Ed era vero: nel locale non sarebbe entrato nemmeno uno spillo, tanta era la gente arrivata per non perdersi la data zero del nuovo tour dei Baustelle. C’è un affetto clamoroso…

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  • Marlene Kuntz, Tenda Estragon, Bologna, 9 settembre 2005

    Bologna, Tenda Estragon, venerdì 9 settembre 2005: Marlene davvero in formissima. Serata davvero da ricordare. Questa è la cronaca molto confusionaria, davvero confusionaria, a braccio e a tratti come una luce strobo di un concerto che ci ha ridato i migliori M.K., quelli che a Ferrara ci erano sembrati leggermente meno in palla e – in alcuni pezzi –…

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  • AFTERHOURS – Concerto al Palamazda (Milano) (7 settembre 2005)

    Così com’è vero che tutto torna, le ballate per piccole iene degli Afterhours riapprodano nella Milano che ha visto la loro nascita e quella della stessa band, nell’ormai remoto 1990, dopo aver viaggiato per la penisola in occasione dell’ultimo tour. Così, Manuel Agnelli e soci propongono un concerto che ha per protagonisti non solo, e soprattutto, le…

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  • Spaziale Festival (Torjno) (9-26 luglio 2005)

    Anche quest’anno, l’appuntamento indie di Torino non lascia delusi, proponendo un ricco piatto cui gli appassionati hanno potuto abbuffarsi variando tra proposte di generi diametralmente opposti. Ovviamente, come per ogni pasto che si rispetto, c’è stata la portata favorita e quella che si sarebbe potuta evitare. Soggettivamente, sia chiaro. Quella che potrebbe essere l’ultima edizione…

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  • Bonnie Prince Billy + Howe Gelb, Piazza della Molinella (Faenza) (6 agosto 2005)

    di Daria Pomponio Ispirandosi alla mitica avventura on the road di William Least Heat-Moon, o forse, più direttamente, alle celeberrime vie secondarie tracciate in blu sulle vecchie mappe stradali degli U.S.A., gli organizzatori del festival romagnolo Strade blu. Percorsi nel folk contemporaneo (www.stradeblu.org) hanno dato vita ad una strepitosa seconda edizione. Davvero incredibile la varietà del palinsesto…

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  • XI Festival Internacional de Benicàssim (Valencia) (5-7 agosto 2005)

    Difficile scrivere in maniera sensata e totalmente critica di un festival che si conferma tra i migliori nel suo genere, con un carnet di artisti da fare invidia al più navigato frequentatore di concerti e che offre – oltre alla musica – un’enorme possibilità di aggregazione culturale della gens europea che, nei primi dieci giorni…

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  • Devendra Banhart (+Entrance), Villa Ada (Roma), 18 luglio 2005

    Cos’è la libertà?A volte mi ritrovo a pormi domande esistenziali (e dunque idiote nel senso etimologico del termine, derivato da idiòs, privato, estraneo agli affari dello Stato), dettate principalmente dall’umoralità, dalle amicizie e dai luoghi che frequento, dalla meteorologia e dall’afflusso di sangue al cervello. Solitamente questi quesiti mi abbandonano con la stessa velocità con…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010