Questi giovani sbarbatelli americani con il pop inglese nel cuore ci guidano attraverso un caleidoscopico mood fatto di piccoli anfratti ameni, tra le suggestioni glam degli anni ’70.
[ di Piero Merola ] L’architrave è black metal, ma niente paura: i due fondatori dei Deafheaven sono fan dello shoegaze e del post-rock. E si sente tutto.
[ di Francesco Melis ] Dopo tanta attesa tornano i Daft Punk. “Random Access Memories” è un viaggio nel passato con lo stile consueto del duo.
[ di Piero Merola ] L’incredibile esordio delle Savages è puro revival wave/post-punk, ma ci vuole coraggio a restarne indifferenti.
[ di Monica Mazzoli ] Kurt Vile, ormai sicuro dei propri mezzi, lascia libero il proprio io compositivo, lo fa vagare come se fosse un nomade senza meta alcuna.
[ di Paolo Bardelli ] Un album figlio della necessità di punti fermi, che ci dà la possibilità ancora una volta di immergerci in una storia ultracinquantennale.
[ di Piero Merola ] I due fratelli di Stoccolma dipingono l’affresco ideale della Svezia cupa, contraddittoria e disorientata del nuovo secolo.
[ di Giuseppe Franza ] “The Next Day” è un disco profondo. Pensato. Alto. Criticamente spirituale. Mondano. Disperato. Arreso. Elegantemente riflessivo. Passato prossimo. Inattuale.
[ di Piero Merola ] Il giovane cantautore elettronico da cameretta, lancia i suoi tranquillanti ambientali nell’etere del pop psichedelico d’autore.
[ di Matteo Maioli ] Il secondo album del newyorkese Arthur Ashin è un piccolo grande capolavoro in un mondo sempre più plastificato per la musica ad alto consumo.