“Ipercampionamento”. Il Folegati mi dice che si potrebbe chiamare così il fatto che oggi tutto viene iper-frullato nel calderone mediatico dei miliardi di stimoli che riceviamo, che di solito qualcuno rielabora per noi ma che a volte noi stessi processiamo. I risultati ci vengono ributtati in faccia, geneticamente modificati, leggermente diversi ma sempre costantemente più…
Negli Anni Ottanta era difficile ascoltare, fuori dai canali ufficiali (radio, tv, giornali specializzati…), qualcosa che non provenisse dagli States o dai paesi anglosassoni, non si aveva come adesso il caro Merola con i suoi Ikea-Pop o meglio la Rete con le sue infinità. Qualcosa però arrivava. Gli Ekatarina Velika (EKV in breve) sono forse…
Le sue canzoni, quelle vecchie come le nuove, scolpiscono un’immagine da rocker solitario e scorbutico, al quale sarebbe meglio non fare troppe domande. E anche quando qualcuno prova a fargliele, l’immagine rimane la stessa: s’indispettisce, sghignazza e sgattaiola fuori dal tema. Ma Giorgio Canali è sempre Giorgio Canali e con quella faccia da klauskinski che…
I francesi sono sciovinisti, si sa. Anche nella musica di solito diventano famosi per il loro essere francesi, difficile che si confondano indossando i panni di altri. I Phoenix no: loro sembrano di matrice anglosassone, e questa comunanza forse non sarà proprio gradita-gradita in patria… Ma tant’è, a noi barbari italici invece i cugini francesi…
In una nazione in cui i Glasvegas raggiungono il quarto posto nella top-10 degli album più venduti rappresentando l’unico nome straniero in classifica, ci si deve aspettare di tutto. Che l’album d’esordio dei Fleet Foxes scorra in filo-diffusione di sabato pomeriggio da NK, l’Harrods della capitale come inusuale colonna sonora dello shopping per famiglie e…
Caschetti del mondo, unitevi. Una volta si diceva anche pettinata “a scodella”, ma guai a dirlo alle Ipso Facto, anche perché – diciamolo – scodella o no le quattro londinesi sono comunque gnocche con quella acconciatura (o forse anche con un altra?…). Segnalate da un kalporziano attento conoscitore della scena british, il Giordani, le Ipso…
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Monica Melissano, dal 2000 al timone dell’etichetta (e booking agency) Suiteside, che può vantare nella propria scuderia un consistente manipolo di interessanti formazioni (dai Banshee ai Damien*, passando per Hollowblue, Laundrette, Morose, Candies e Gazebo Penguins). Nata a Lecce nel 1971, Monica Melissano ha in passato collaborato alle riviste Rumore…
E così abbiamo archiviato anche questo 25 aprile, fatto di riconoscimenti all’unisono finalmente provenienti un po’ da tutte le parti, come dovrebbe essere in una festa nazionale condivisa. Non lo so se tutto ciò è figlio di calcoli politici o se di maturazioni convinte, vedremo. Fino ad oggi il 25 aprile non è mai stato…
Lei è così da sempre, ce la ricordiamo eternamente rossa (anche se nella copertina di “American Doll Posse” ci ha giocato con il suo colore dei capelli…), con i suoi sempiterni volteggi vocali e pianistici che vanno a toccare traiettorie consuete ma fascinose. E anche stavolta Tori Amos pare non spostarsi davvero lontano dai suoi…
Anche loro si sono esibiti al SXSW 2009, e arrivano all’album della svolta (forse), perché l’etichetta che li ha presi sotto l’ala è la Domino ed il nome conta. I Dirty Projectors, in realtà progetto del vulcanico Dave Longstreth, musicista di Brooklyn che in questa veste ha sfornato dal 2002 ad oggi ben sei album…