• THE WHO, The Who Sell Out (Track, 1967)

    Riuscire a scegliere, nella straordinaria discografia degli Who, l’album più significativo o quantomeno quello in cui si può identificare il volto della band è faccenda tutt’altro che semplice. C’è ovviamente lo storico esordio “The Who Sings My Generation” nel quale l’irruenza mod esplode come un germe distruttore, c’è l’epica operistica di “Tommy”, la perfezione live…

    Read More

  • PEARLS BEFORE SWINE, One Nation Underground (ESP, 1967)

    I Pearls Before Swine si formano nel 1965 per volontà di Tom Rapp, cantautore che secondo la leggenda avrebbe addirittura vinto un concorso di metrica poetica al quale partecipava anche Robert Zimmermann, noto ai più col nome d’arte di Bob Dylan. Quando nel 1967 la band dà alle stampe l’esordio “One Nation Underground” la leggenda…

    Read More

  • LE STELLE DI MARIO SCHIFANO, Dedicato a (BDS, 1967)

    Anche la musica italiana può fregiarsi di avere il suo “Velvet Underground and Nico”, ovvero l’album che, in piena esplosione pop-art, coniuga l’arte uditiva con quella visiva. Se Andy Warhol nella New York underground del 1965 porta alla ribalta Lou Reed e compagnia facendoli esibire nella sua factory durante la proiezioni dei suoi film muti…

    Read More

  • JEFFERSON AIRPLANE, Surrealistic Pillow (RCA, 1967)

    Per cercare di comprendere appieno l’importanza storica e il valore musicale di questo immenso capolavoro del rock psichedelico mi affiderò alla descrizione che uno strafatto Hunter S. Thompson fa di “White Rabbit” nel suo oramai celebre “Paura e disgusto a Las Vegas”. Il suo avvocato è disteso, con la mente completamente assente, nella vasca da…

    Read More

  • THE KINKS, Something Else By The Kinks (PYE, 1967)

    Quando viene alla luce questo “Something Else by the Kinks”, il gruppo capitanato da Ray Davies è ancora sfruttato dalla PYE soprattutto per i singoli – le oramai storiche “You Really Got Me”, “Tired of Waiting for You”, “Where Have All the Good Times Gone” e “Sunny Afternoon” -. Eppure la band ha già prodotto…

    Read More

  • VELVET UNDERGROUND, White Light/White Heat (Verve, 1967)

    Subito dopo l’uscita di “Velvet Underground and Nico”, secondo molti il miglior album della storia della musica rock (io mi metto tranquillamente nel novero degli appassionati sostenitori), la band capitanata da Lou Reed vive un periodo di tensioni. L’album non ha avuto riscontri di vendita accettabili, l’originale mistura di distorsioni, feedback, ballate folk e ossessioni…

    Read More

  • PINK FLOYD, The Piper At The Gates Of Dawn (EMI, 1967)

    Nasce a Londra nel 1965 la storia dei Pink Floyd, forse il gruppo che meglio di chiunque altro ha saputo incarnare l’anima utopista e il volo pindarico degli anni ’60, e il riflusso angoscioso e cupo degli anni ’70. Nasce a Londra per mano di un folle genio: Syd Barrett. “The Piper at the Gates…

    Read More

  • THE BYRDS, Younger Than Yesterday (Columbia, 1967/1996)

    In una discografia così livellata verso l’alto come quella del gruppo americano, è assai difficoltoso stilare classifiche di merito tra un album e l’altro. Senza dubbio, “Younger than yesterday” fotografa uno dei punti più alti della loro illustrissima carriera. Pur avendo perso cammin facendo il carisma di Gene Clark ed attraversando un periodo di tremende…

    Read More

  • LOVE, Forever Changes (Rhino/Elektra, 1967, rist. 2001)

    Senza ombra di dubbio, uno dei dischi più belli della storia del rock. Basta solo dare un’occhiata a qualsiasi classifica All Times, di qualsiasi rivista musicale, “Forever Changes” è lì, sornione. Sì, sornione, perché a distanza di ormai 35 anni dalla sua uscita, è un disco che non si è fatto conoscere per quello che…

    Read More

  • DOORS, The Doors (Elektra Records, 1967)

    Anno 1967: il movimento hippy celebra il suo (inconsapevole) apice nelle spontanee e pacifiche manifestazioni a San Francisco ed in tutta la Bay Area, tra scambi di fiori (Flower Power!) e fraterne fumate. A Los Angeles, città più dura e difficile della cugina californiana, da un po’ si parla di un quartetto bomba, rude e…

    Read More

Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010