• LED ZEPPELIN, Led Zeppelin II (Atlantic, 1969)

    Che cos’è un riff? È quel piccolo oggetto fatto di musica, sempre in bilico tra l’insignificanza e la genialità. Il secondo disco dei Led Zeppelin apre con un riff, un semplicissimo riff composto da tre sole note, dietro le quali, però, si prepara una intera nuova generazione. La chitarra volgare, metallica, oppressiva di Jimmy Page…

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  • LED ZEPPELIN, Led Zeppelin I (Atlantic, 1969)

    Alla fine degli anni ’60 il rock muore e resuscita dalle proprie ceneri, reinventandosi e trovando nuove forme di espressione. Una delle sue espressioni più interessanti è sicuramente quella che ci viene offerta da quella corrente di musicisti inglesi che, imparata la lezione dai grandi maestri del blues nero americano, interpretano in chiave europea quella…

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  • ALEXANDER “SKIP” SPENCE, Oar (Sundazed Music Inc., 1969)

    Personalità tra le più influenti di tutta la scena psichedelica californiana, Alexander Spence detto “Skip” lasciò il marchio del suo genio e della sua follia su due dei più importanti gruppi della West Coast. Nato come chitarrista, imparò in qualche giorno a suonare la batteria e suonò nel primo disco dei Jefferson Airplane. Dopo contrasti…

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  • VAN DER GRAAF GENERATOR, The Aerosol Grey Machine (Fie! Records, 1969)

    Il generatore di Van der Graaf si attiva insospettabilmente…generando suoni, musica ed anche un apparecchio per l’aerosol! La mente fertile di Peter Hammill era già da tempo attiva nello scovare stranezze e questo debutto ha indubbiamente un grande fascino nell’evocare scenari da fiction o da progresso avanzato. Questo è ciò che emana dalla copertina. L’ascolto…

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  • THE KINKS, Arthur Or The Decline And Fall Of The British Empire (Essential Records, 1969)

    A volte mi domando se esistono più dei dischi così: mi rispondo di sì, anche per farmi coraggio. Chiaramente esistono, forse ciò che manca è una freschezza che potrebbe non essere più nei giorni in cui viviamo, appiattiti da una globalizzazione tanto suadente quanto subdola e feroce. Ray Davies crea uno dei suoi insuperati capolavori…

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  • COLOSSEUM, Valentyne Suite (Vertigo, 1969, Castle 1972)

    Seconda e più nota opera dei Colosseum, formazione del rock-jazz inglese, dopo l’esordio di “Those who are about to die salute you”, nello stesso anno. Nato per iniziativa del batterista Jon Hiseman e del sassofonista Dick Heckstall-Smith, il gruppo comprese, sino alla realizzazione di questo album, Dave Greenslade alle tastiere, James Litherland alla chitarra e…

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  • CROSBY, STILLS & NASH, Crosby, Stills & Nash (Atlantic, 1969)

    Primo e noto album di questo famoso super-trio rock statunitense. Si comincia con “Judy blue eyes”, definita infatti “Suite”, uno dei cavalli di battaglia del gruppo: splendida e lunga canzone (considerando che non si tratta di progressive rock) dove si mostra già la caratteristica fondamentale del disco: un grande, impeccabile, affiatamento vocale, che si sposa…

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  • NICK DRAKE, Five Leaves Left (Island, 1969)

    Ascoltare la grazia con cui vengono pronunciate le parole “Time has told me / You’re a rare rare find / A trouble cure / For a troubled mind”, con cui inizia “Time has told me”, lascia irrimediabilmente incantati. Quella voce quieta, flebile, sussurrata accompagnata dal suono nitido della chitarra acustica e da pochi altri strumenti,…

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  • THE BEATLES, Yellow Submarine (EMI Apple, 1969)

    Uscito come colonna sonora del cartone animato omonimo (la versione completa con tutte le canzoni presenti nel film è stata data alle stampe un trentennio dopo), “Yellow submarine” è evidentemente un capitolo minore della Beatles’ story. Il vecchio lato B del vinile, per esempio, è completamente formato da composizioni del produttore George Martin, il quale…

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  • THE BEATLES, Abbey Road (EMI Apple, 1969)

    Nonostante la sua uscita anticipata rispetto a “Let it be”, “Abbey Road” contiene le ultime tracce incise dai Beatles. Visto che ognuno ha le proprie debolezze, io confesso di amare questo passo d’addio in maniera viscerale, spingendomi a dichiarare che è il più grande disco dei Liverpooliani. George Harrison ci grazia di due tra i…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010