• SPARKS, Kymono My House (Island, 1974)

    In piena esplosione della moda glam-rock (soprattutto nel Regno Unito) assurge agli onori delle cronache musicali la creatura Sparks: in breve tempo “Kimono My House” diventa un classico del genere, grazie ad un’amalgama musicale che ha del sorprendente. Il cantato di Russell Mael, quasi da voce bianca, raggiunge picchi difficilmente immaginabili, gli strumenti che lo…

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  • JETHRO TULL, War Child (Chrisalis, 1974)

    Spesso considerato album raccogliticcio e di ripiego – il rimasuglio di un fallito progetto cinematografico – “War Child” si rivela in realtà una sorpresa, a dimostrazione di come i giudizi vengano talvolta espressi apoditticamente e senza un reale approfondimento dell’oggetto in esame, adagiandosi acriticamente su pregiudizi e dati esterni al fatto strettamente musicale. Abbiamo già…

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  • FRANCESCO DE GREGORI, Francesco De Gregori (RCA, 1974)

    Con la sua opera seconda, ad appena ventitré anni, Francesco De Gregori tocca una delle sue massime punte d’ispirazione. Deluso dall’insuccesso del pur ottimo “Alice non lo sa” – che comprendeva, tra le altre, perle come “Alice”, “Buonanotte fratello”, “Le strade di lei” e “Irene” – il giovane cantautore romano si dedica ad un materiale…

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  • ROBERT WYATT, Rock Bottom (Virgin, 1974)

    Per definire in poche parole Robert Wyatt possiamo dire che è uno degli artisti più geniali che il rock inglese abbia mai avuto. Non solo batterista e fondatore di due gruppi leggendari come i Soft Machine e i Matching Mole (loro la dolce “Oh Caroline” ripresa da Max Gazzè) ma anche compositore, sperimentatore e poeta,…

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  • CAMEL, Mirage (Deram, 1974)

    Il miraggio di un cammello sullo sfondo di palme e piramidi: ecco la copertina che richiama i pacchetti di sigarette Camel (e per la quale ci furono problemi legali). Il secondo lavoro del quartetto britannico dopo l’esordio di “Camel”: Peter Bardens alle tastiere, Andy Latimer alle chitarre e al flauto, Doug Ferguson al basso e…

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  • PAOLO CONTE, Paolo Conte (RCA, 1974)

    L’esordio discografico di Paolo Conte avviene a metà degli anni ’70, alla rispettabile età di 37 anni. L’unicità del percorso artistico ed umano del Nostro si potrebbe cominciare a misurare già da questo piccolo indizio. Da sempre riottoso ad esporsi in pubblico, poco convinto delle proprie capacità vocali, Conte è già da un decennio responsabile…

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  • YES, Relayer (Atlantic, 1974)

    Dopo la delusione di “Tales from topographic Oceans”, le azioni degli Yes tornano a salire con “Relayer”: un disco generalmente sottovalutato, forse anche perché la sua struttura ricalca quella tripartita del capolavoro “Close to the Edge”: una lunga suite iniziale (ma in questo caso non suddivisa in sezioni) seguita da due brani, sempre piuttosto lunghi,…

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  • DAVID BOWIE, Diamond Dogs (RCA, 1974)

    I sinistri presagi di scenari spiazzanti e poco convenzionali furono percepiti appieno dal Duca bianco, in quest’opera che ha il merito di avere un involucro e un solco di pari bellezza. Già dalla cover painting di Guy Peelaert intuiamo un diffuso senso d’inquietudine che viene abilmente canalizzato nelle varie tracce: fatta eccezione per la titletrack…

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  • KING CRIMSON, Red (Island, 1974)

    Con “Red” i King Crimson chiudono la produzione in studio degli anni ’70. In particolare questo è l’ultimo atto dello straordinario quartetto Fripp, Wetton, Bruford, Cross (che qui figura come session-man insieme agli ex-Crimson Ian McDonald, Mel Collins, Robin Miller e Marc Charig). “Lark’s Tongues In Aspic” (1973) e “Starless And Bible Black” (1974) avevano…

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  • STEELY DAN, Pretzel Logic (MCA, 1974)

    Terzo atto della grande saga del gruppo di Walter Becker e Donald Fagen, “Pretzel logic” è a mio avviso il più grande lavoro della loro carriera. Mi rendo conto di quanto sia difficile, repertorio alla mano, spendere un giudizio così definitivo; d’altra parte anche per i Beatles o gli XTC ogni fan ha la sua…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010