• KEITH JARRETT, “The Köln Concert” (Ecm, 1975)

    Una lettera mai inviata. Quest’opera te la devo spiegare, è un regalo per il tuo compleanno: non certo il solito Ciddì senza arte né parte che uno compra per emendarsi da un debito d’onore, ma una cosa molto pensata, da me. Niente astruserie sinfonico-jazzistiche, che io – abitante a Trafalmadore – non riesco a comprendere,…

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  • BOB DYLAN, Blood On The Tracks (Columbia, 1975)

    Da un precursore come è stato Bob Dylan è facile aspettarsi sempre e comunque di tutto.Anche che a metà anni ’70 pubblichi un lavoro che potrebbe essere benissimo di dieci anni prima. Sì perché “Blood On The Tracks” odora di folk cantautorale come poco materiale del menestrello. E’ essenzialmente il disco più acustico mai fatto…

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  • BRIAN ENO, Another Green World (Island, 1975)

    Brian Eno chi? In qualche modo il fatto di aver messo lo zampino nei progetti musicali più audacemente innovativi degli anni settanta ed ottanta (enigma U2 a parte) lo ha in effetti reso noto ai più maggiormente per l’attività di produttore e di inesauribile scopritore di talenti, col rischio, nella peggiore delle ipotesi, di passare…

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  • JETHRO TULL, Minstrel In The Gallery (Chrisalis, 1975)

    Più apprezzato di “War Child” da molti dei fan dei Jethro, “Minstrel in the Gallery” gli è in realtà inferiore, nonostante la bella copertina derivata da una stampa di Joseph Nash. Il tessuto strumentale è più povero: le tastiere di Evans, pressoché disoccupato, sono sostituite dall’invadente orchestra di Palmer che, soprattutto nella smorta suite “Baker…

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  • PINK FLOYD, Wish You Were Here (EMI, 1975)

    L’immenso successo riscosso da “The Dark Side Of The Moon” spiazza i Pink Floyd, li lascia frastornati: per la prima volta nella loro storia, lasciano passare più di due anni prima di far ritorno in studio, preferendo portare avanti i loro mastodontici show dal vivo fino a tutto il ’74. Durante tali spettacoli, però, cominciano…

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  • LED ZEPPELIN, Physical Graffiti (2CD, Swan Song, 1975)

    Dopo due anni buoni di silenzio discografico, gli Zep hanno intenzione di imbandire un’abbuffata per i fans in trepidazione, e in parte cercano il riscatto dopo che il precedente “Houses of the Holy” è stato snobbato dalla critica. Come è loro congeniale, optano per la grande quantità, per l’abbondanza: “Physical Graffiti” è un doppio vinile…

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  • AEROSMITH, Toys In The Attic (CBS, 1975)

    Una abbondante dose di hard rock zeppeliniano, mescolata ad un generoso bicchiere di blues, un po’ di polvere di Pietre Rotolanti e una bella spolverata di funky alla James Brown, il tutto frullato a massima velocità: ecco a voi la ricetta esplosiva con cui gli Aerosmith furoreggiarono negli anni ’70. Del resto proprio le molteplici…

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  • CAMEL, The Snow Goose (Deram, 1975)

    E giunse il capolavoro? Secondo noi (e non solo noi) sì. Un concept album interamente strumentale, giacché i tre o quattro interventi della voce sono costituiti da vocalizzi di sapore strumentale. Un’opera dalla struttura originale dunque, affascinante: ispirata al racconto omonimo di Paul Gallico, in cui si narra dell’amicizia fra un’oca delle nevi ferita e…

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  • PAOLO CONTE, Paolo Conte (RCA, 1975)

    Intitolato come il precedente, “Paolo Conte” ne è anche l’ideale prosecuzione. L’humus prettamente provinciale, un po’ demodé, impregna la totalità delle composizioni. Spesso sembra di stare dentro in uno di quei meravigliosi e dimenticati film con Ugo Tognazzi, storie di commissari sfigati, di perditempo, di cacciatori di sottane, di imprenditori delusi e pentiti. La fisarmonica…

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  • QUEEN, A Night At the Opera (EMI, 1975)

    “A Night at the Opera” non è solamente un disco “importante”; è un’esplorazione a 360 gradi attraverso le sterminate possibilità che, negli anni ’70, il rock pareva offrire ai musicisti dell’epoca. Questo disco è lontano anni luce dal pop “leggero” (peraltro pregevole in alcuni episodi) che ha decretato il successo dei Queen in tutto il…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010