Una lettera mai inviata. Quest’opera te la devo spiegare, è un regalo per il tuo compleanno: non certo il solito Ciddì senza arte né parte che uno compra per emendarsi da un debito d’onore, ma una cosa molto pensata, da me. Niente astruserie sinfonico-jazzistiche, che io – abitante a Trafalmadore – non riesco a comprendere,…
Da un precursore come è stato Bob Dylan è facile aspettarsi sempre e comunque di tutto.Anche che a metà anni ’70 pubblichi un lavoro che potrebbe essere benissimo di dieci anni prima. Sì perché “Blood On The Tracks” odora di folk cantautorale come poco materiale del menestrello. E’ essenzialmente il disco più acustico mai fatto…
Brian Eno chi? In qualche modo il fatto di aver messo lo zampino nei progetti musicali più audacemente innovativi degli anni settanta ed ottanta (enigma U2 a parte) lo ha in effetti reso noto ai più maggiormente per l’attività di produttore e di inesauribile scopritore di talenti, col rischio, nella peggiore delle ipotesi, di passare…
Più apprezzato di “War Child” da molti dei fan dei Jethro, “Minstrel in the Gallery” gli è in realtà inferiore, nonostante la bella copertina derivata da una stampa di Joseph Nash. Il tessuto strumentale è più povero: le tastiere di Evans, pressoché disoccupato, sono sostituite dall’invadente orchestra di Palmer che, soprattutto nella smorta suite “Baker…
L’immenso successo riscosso da “The Dark Side Of The Moon” spiazza i Pink Floyd, li lascia frastornati: per la prima volta nella loro storia, lasciano passare più di due anni prima di far ritorno in studio, preferendo portare avanti i loro mastodontici show dal vivo fino a tutto il ’74. Durante tali spettacoli, però, cominciano…
Dopo due anni buoni di silenzio discografico, gli Zep hanno intenzione di imbandire un’abbuffata per i fans in trepidazione, e in parte cercano il riscatto dopo che il precedente “Houses of the Holy” è stato snobbato dalla critica. Come è loro congeniale, optano per la grande quantità, per l’abbondanza: “Physical Graffiti” è un doppio vinile…
Una abbondante dose di hard rock zeppeliniano, mescolata ad un generoso bicchiere di blues, un po’ di polvere di Pietre Rotolanti e una bella spolverata di funky alla James Brown, il tutto frullato a massima velocità: ecco a voi la ricetta esplosiva con cui gli Aerosmith furoreggiarono negli anni ’70. Del resto proprio le molteplici…
E giunse il capolavoro? Secondo noi (e non solo noi) sì. Un concept album interamente strumentale, giacché i tre o quattro interventi della voce sono costituiti da vocalizzi di sapore strumentale. Un’opera dalla struttura originale dunque, affascinante: ispirata al racconto omonimo di Paul Gallico, in cui si narra dell’amicizia fra un’oca delle nevi ferita e…
Intitolato come il precedente, “Paolo Conte” ne è anche l’ideale prosecuzione. L’humus prettamente provinciale, un po’ demodé, impregna la totalità delle composizioni. Spesso sembra di stare dentro in uno di quei meravigliosi e dimenticati film con Ugo Tognazzi, storie di commissari sfigati, di perditempo, di cacciatori di sottane, di imprenditori delusi e pentiti. La fisarmonica…
“A Night at the Opera” non è solamente un disco “importante”; è un’esplorazione a 360 gradi attraverso le sterminate possibilità che, negli anni ’70, il rock pareva offrire ai musicisti dell’epoca. Questo disco è lontano anni luce dal pop “leggero” (peraltro pregevole in alcuni episodi) che ha decretato il successo dei Queen in tutto il…