• [#tbt] I Men At Work, la musicassetta perfetta e i sogni di bimbo

    Johnny, che voleva solo “sognare tutto il giorno”.

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  • KING CRIMSON, Discipline (EG, 1981)

    Sette anni dopo quello che sembrava essere stato l’ultimo atto della sua esistenza, nel 1981 il Re Cremisi di Robert Fripp torna in attività. E lo fa in maniera eclatante, proponendo una musica – manco a dirlo – nuova di zecca, che vede accentuata in modo impressionante la componente ritmica. Per certi versi, la direzione…

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  • FRANCO BATTIATO, La Voce Del Padrone (EMI, 1981)

    Dopo gli esordi sperimentali – musica d’avanguardia, elettronica e canzonette miscelate insieme – Battiato si avvicina sempre di più ad una forma canzone classica, sia con “L’era del cinghiale bianco” che con il successivo “Patriots”. Ma è con “La voce del padrone” che raggiunge la consacrazione nazionale, risultando il primo disco italiano a superare il…

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  • THE CURE, Faith (Fiction Records, 1981)

    Diventati, loro malgrado, simboli del dark, i Cure continuano la loro ascesa al successo. Nel 1981 esce “Faith”, il loro quarto LP. Nel frattempo il gruppo è tornato ad essere un terzetto, dopo l’allontanamento del nuovo tastierista Matthieu Hartley, causa gravi incomprensioni con Smith. Il cantante, con questa decisione dimostra quindi di voler tenere bene…

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  • U2, October (Island, 1981)

    Molta critica ritiene “October” il lavoro meno riuscito del gruppo irlandese. Ritengo che il secondo capitolo della saga U2 sia un album indispensabile, contenente almeno sei capolavori, sulle undici tracce totali. L’Ottobre di Bono e compagni è pieno di vitalità ed irruenza nella mitica “Gloria” (un altro grande figlio d’Irlanda, Van Morrison, ne scrisse un’altra…

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  • PAOLO CONTE, Paris, Milonga (RCA, 1981)

    L’Avvocato di Asti apre il decennio con un capolavoro, geniale prosecuzione e rifinitura del precedente “Un gelato al limon”. L’uso dell’orchestra prende sempre più piede, colorando le canzoni di un’irresistibile patina jazz e swing. Ormai Conte è interprete di un “genere non genere”, che trascende qualsiasi definizione restrittiva. Il Grande Sornione è un catalizzatore di…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010