• La canzone che creò la Warp compie 30 anni

    “LFO” degli LFO uscì il 26 luglio 1990, e da lì nacque l’avventura Warp.

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  • SOUNDGARDEN, Screaming Life / Fopp (Sun Pop, 1990)

    Dopo una serie di partecipazioni a compilation cittadine e un singolo, “Hunted Down”, i Soundgarden entrano in studio con un produttore il cui nome, Jack Endino, circolerà presto associato a quello della piccola etichetta nata da poco. Entrambe le parti in gioco, libere da qualunque restrizione e vogliose di dimostrare quanto riescono a fare, tirano…

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  • YO LA TENGO, Fakebook (Bar/None, 1990)

    Il primo disco davvero importante dei Yo La Tengo esce nel 1990 col titolo di “Fakebook”. E’ un progetto curioso, nato dall’idea dei due musicisti che stanno da sempre dietro al gruppo, Ira Kaplan e Georgia Hubley, di rendere omaggio ad alcuni degli artisti che hanno amato di più, rivisitandone le canzoni in chiave pressoché…

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  • CCCP – FEDELI ALLA LINEA, Epica Etica Etnica Pathos (Virgin, 1990)

    L’ultimo lavoro in studio dei CCCP è un testamento musicale di raro spessore. Simbolica la cover che mostra il salone di un casolare abbandonato con i vari strumenti, senza musicisti. Simbolica perché ribadisce l’importanza predominante della sostanza sulla forma, sull’apparenza, e perché mostra senza possibilità di equivoci la nuova strada intrapresa dalla band. Innanzitutto la…

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  • SONIC YOUTH, Goo (Geffen, 1990)

    Anche per i Sonic Youth arriva il momento di accasarsi con una major: ma la scelta non è dettata esclusivamente da motivazioni di carattere economico. La verità è che alla fine degli anni ’80 le case di produzione indie attraversano un momento estremamente negativo, impossibilitate come sono ad offrire a gruppi oramai famosi come i…

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  • THE JAMES TAYLOR QUARTET, Do Your Own Thing (Polydor, 1990)

    Con questo album, l’ex membro dei fantastici Prisoners mette la firma su una delle più riuscite realizzazioni nel campo Acid-Jazz ed inaugura una personale splendida triade che si sviluppa nel live dell’anno successivo e si chiude con l’eccelso “Supernatural Feeling”, datato 1993. Rispetto ai lavori precedenti i pezzi strumentali calano decisamente di numero, favorendo l’estrinsecarsi…

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  • PIXIES, Bossanova (4AD, 1990)

    Dopo un anno di meritato riposo, ecco di nuovo i Pixies. Il germe lanciato da loro solo tre anni prima con l’uscita di “Come On Pilgrim” ha ormai invaso il mercato statunitense, visibile soprattutto nell’album d’esordio dei Nirvana, “Bleach”, e nei lavori degli Husker Du. Il nuovo album dei Pixies segna, a suo modo, una…

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  • PAOLO CONTE, Parole d’amore scritte a macchina (CGD, 1990)

    L’ottavo disco di Conte ha diverse peculiarità che ne fanno un momento particolare nella carriera del compositore/cantautore piemontese. In primis, notiamo la splendida copertina di Hugo Pratt, a suggellare l’incontro di due personalità con molte e bellissime cose in comune (soprattutto la passione per le donne e per l’esotico, che è un po’ la stessa…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010