• RONI SIZE, In the Mode (Talkin’ Loud, 2000)

    Un altro inglese sugli scudi. Del resto, la musica elettronica è roba loro. In giro per Kalporz potrete imbattervi in Fatboy Slim, nei Massive Attack, nei Nextmen. Bene, prima di fare di Kalporz la loro patria ideale, tutti questi signori avevano come mecca Bristol. A Bristol rivolgevano le loro preghiere elettroniche, e da Bristol hanno…

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  • SCREWBALL, Y2K (Tommy Boy, 2000)

    Da New York, dal Queen’s, altri veterani al debutto. Oramai faccio una gran fatica a distinguere la produzione hip hop normale, diciamo istituzionale, e quella underground. Una quantità di guru dei club e delle produzioni indipendenti sono usciti in superficie, si sono affidati a label multinazionali e hanno realizzato il primo album per il grande…

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  • PORCUPINE TREE, Lightbulb Sun (Snapper, 2000)

    I Porcupine Tree si affacciano al terzo millennio con un lavoro decisamente convincente e di indiscutibile qualità. Addirittura viene da chiedersi perché questo gruppo, pur avendo tutte le carte in regola, non abbia trovato lo stesso consenso di pubblico di altri gruppi più o meno vicini come genere e ricerca musicale, come Radiohead, ecc… In…

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  • THE HEADS, Everybody Knows We Got Nowhere (Sweet Nothing Records, 2000)

    Alfieri di una certa nuova psichedelia inglese, molto pesante ed acida, gli Heads ci stordiscono letteralmente con questo lungo album pieno di distorsori e feedbacks. Purtroppo, all’interno di questo marasma sonoro, troviamo un desolante nulla qualitativo, neppure riempito da una carica che sembra sincera. E’ davvero difficile e spiacevole trovarsi a stroncare la fatica di…

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  • ORANGER, The Quiet Vibration Land (Poptones, 2000)

    Dopo l’ufficializzazione dello scioglimento dei Pavement l’attenzione degli appassionati di indie rock americano si è concentrata sull’imminente esordio solista di Stephen Malkmus, che del gruppo americano era il cantante e il principale compositore. Un altro personaggio chiave di quella formazione, Scott Kannberg, conosciuto anche come Spiral Stairs, torna a far parlare di sé in questo…

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  • XZIBIT, Restless (Loud Records, 2000)

    Xzibit (si legge Exìbit), non era partito male. Faceva parte della Likwit Crew, quella degli Alkaholiks e di Defari per intenderci. E durante quel periodo aveva prodotto due buoni album. Niente di che, ma due album onesti. Le aspettative per questo terzo album però erano ben altre. L’evento capitale nella carriera artistica di Alvin Joiner…

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  • FATBOY SLIM, Halfway Between the Gutter and the Stars (Skint, 2000)

    Il lavoro precedente di questo magnifico inglese ha spopolato. Si trattava di pura fatica da dj, ma con una trovata mica male. L’hip hop, saccheggiato e poi reiventato dalle sue soundmachine. Passato “You’ve Come a Long Way, Baby”, è già tempo di “Halfway Between the Gutter and the Stars”. Un misto di tracce da dj…

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  • HENRI SALVADOR, Chambre Avec Vue (Virgin Disques, 2000)

    Chitarrista, cantante, comico, cabarettista, giocatore di bocce, boxeur. Queste e mille altre cose compongono lo straordinario palmares di questo ottuagenario (18 luglio 1917) nato in Cayenne (protettorato francese) e trasferitosi a Parigi per volere del padre alla tenera età di sette anni. Impressiona l’estrema malleabilità del personaggio, capace di spaziare con disinvoltura in un vasto…

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  • GORKY’S ZYGOTIC MYNCI, The Blue Trees (Mantra Recordings, 2000)

    C’è odore di campagna, di fienili e pagliai in questo mini CD dei Gorky’s Zygotic Mynci, formazione gallese che già da qualche anno propone albums sempre diversi ed originali. In “The Blue Trees” tutto scorre tranquillo, come il placido Don, e l’inquieto leader Euros Child sembra preferire sempre più queste atmosfere da fattoria. In effetti…

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  • SWELL, Feed (EP, Beggars Banquet, 2000)

    Erano assenti da più di due anni gli Swell, da “For All The Beautifull People” del 1998 per la precisione. Un gruppo sotterraneo per vocazione, cresciuto nel panorama indipendente americano degli anni novanta, che ha sempre preferito far parlare di sé più per le proprie canzoni che per altro. In realtà questo è soltanto un…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010