• GENTLE WAVES, Swansong For You (Jeepster Records, 2000)

    Da una delle molteplici anime dei Belle & Sebastian (Isobel) nascono The Gentle Waves, progetto affine alle tipiche atmosfere del gruppo scozzese. Raramente un nome di un gruppo è mai stato così aderente alla musica da esso proposta. Le dieci tracce di “Swansong for you” sono tutte pervase da un grande senso di tranquillità e…

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  • SNOOP DOGG, Tha Last Meal (Priority Records/No Limit Records/Virgin, 2000)

    Album poco classificabile. Okay, ben classificabile, fra i belli davvero. Non da palma d’oro, ma da menzione speciale di certo. Ehi!, Snoop è di nuovo qua, uccidete l’agnello grasso… Dopo litigi, galera, pessimi album, è di nuovo qua il figlio diletto di Dre. L’amico di Tupac, la voce stessa di Los Angeles che si libera…

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  • BUFFALO TOM, Asides From Buffalo Tom (1988-1999) (Beggars Banquet, 2000)

    Dopo sei dischi pubblicati e più di dieci anni di attività alle spalle arriva un’antologia a celebrare i Buffalo Tom, piccolo grande culto del rock indipendente americano. Un trio nato a Boston nel momento in cui questa città era diventata un punto nevralgico per il rock americano attorno ai nomi di Pixies, Throwing Muses e…

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  • ROGER WATERS, In The Flesh (live, 2 CD, Columbia, 2000)

    La Storia si confronta con la Storia, e noi non possiamo fare altro che assistere immobili a questo scontro titanico. Questa è una delle tante, sparse, randomizzate impressioni che un inguaribile fan dei Pink Floyd (quale io sono) può avere ascoltando il doppio live di Roger Waters “In The Flesh”. Il materiale contenuto in questo…

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  • HEFNER, We Love The City (Too Pure, 2000)

    L’uscita di “We love the city”, avvenuta più o meno nello stesso periodo del live degli Oasis, mi rende molto contento, specialmente per due motivi. Il primo è che gli Hefner si confermano come una realtà molto interessante nell’odierno panorama pop inglese, piuttosto avaro di novità eclatanti, da qualche tempo a questa parte. Il secondo…

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  • DILATED PEOPLES, The Platform (Capitol Records, 2000)

    Difficile difficile difficile. Avevo messo su questo “The Platform” pronto al capolavoro. Chessò?, all’album dell’anno. Ora, dopo un paio di ascolti, sono più sereno. Lo manderei senz’altro alle finali di album dell’anno, ma mi è costata fatica, e impegno. Capirai, avevo appena sbullonato dallo stereo l’ultimo del Wu-Tang Clan… It’s relativity, balance, stability It’s creativity,…

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  • THE GO BETWEENS, The Friends Of Rachel Worth (Clearspot, 2000)

    Ha qualcosa di soprendente il ritorno dei Go-Betweens. Il gruppo australiano, assente da più di dieci anni dalle scene musicali, sembrava ormai disperso negli anni ottanta, affidato al culto di pochi estimatori. Invece i due principali artefici di quel progetto, Robert Forster e Grant McLennan, si sono incontrati, incidendo dieci canzoni di rara semplicità e…

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  • SENOR COCONUT Y SU CONJUNTO, El Baile Aleman (Emperor Norton, 2000)

    Dialogo probabile tra due possibili acquirenti di dischi: “Senor Coconut, ovvero i Kraftwerk in versione salsa merengue”. “Cosa? Ma i Kraftwerk non erano quel gruppo tedesco degli anni ’70, con le voci robotizzate e i synth spianati?” “Esattamente!” “Ma è roba da pazzi. Non sanno più cosa riciclare”. In effetti, reazioni di questo tipo sono…

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  • JOHNNY CASH, American III: Solitary Man (American-Columbia, 2000)

    E’ l’inizio a dire tutto nel nuovo disco di Johnny Cash: una splendida rilettura di “I’Won’t Back Down” di Tom Petty, tra l’altro presente all’organo e ai cori proprio in questa canzone. Johnny Cash dimostra di essere un interprete straordinario, di riuscire a eseguire pezzi altrui con una personalità tale da impossessarsene. E infatti si…

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  • OASIS, Familiar To Millions (Sony Records, 2000)

    Forse siamo riusciti a trovare l’unico elemento che possa accomunare la band dei Fratelli Tispaccolafaccia con gli ormai vecchi rivali Blur: un album live ufficiale a testa, una delusione ufficiale a testa. Già, perché se il “Live at Budokan” (datato 1996) del gruppo di Albarn fu un disco assolutamente innocuo ed inutile, “Familiar to millions”…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010