• PLACEBO, Black Market Music (Hut/Virgin, 2000)

    Brian Molko (voce e chitarra), Stefan Olsdale (basso, chitarra e tastiere) e Steve Hewitt (batteria) non hanno perso tempo ad annunciare il nuovo album dei Placebo come un’opera ancora più dura ed energica dei loro primi due successi. Ed in effetti il singolo di lancio, “Taste in men”, sembra dare credito a queste affermazioni, confermandosi…

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  • MOP (Mash Out Posse), Warriorz (Loud Records, 2000)

    Mai label fu più attagliata al suo pupillo. La Loud Records e i MOP, l’hardcore e la cattiveria fatta a rap. “Warriorz” è il titolo, e il concetto più delicato dell’intero album. Non dovrebbe stupire, una crew di rapper cattivi e sboccati. L’hardcore poi è stato a lungo il campione del movimento, che si chiamasse…

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  • GOLDFRAPP, Felt Mountain (Mute A.D.A., 2000)

    L’autunno porta con sé frutti dai colori tenui e soavemente malinconici. Così è “Felt Mountain”, il nuovo album dei Goldfrapp, arrivato con i primi freddi e con le prime voglie di musica intimistica, lontana dagli strombazzamenti dell’estate. Il disco è composto da delicati paesaggi sonori, su cui mollemente si appoggia la voce di Allison Goldfrapp,…

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  • COUSTEAU, Cousteau (Palm Records, 2000)

    Jacques Cousteau, famoso oceanografo francese, dedicò una vita intera allo studio dell’elemento acquatico e dei suoi più o meno conosciuti abitanti. I Cousteau, inglesi a dispetto del nome, sembrano intrattenere l’unico rapporto con l’acqua attraverso una chitarra elettrica dal suono molto liquido, a tratti denso come un fiume in piena, altre volte limpido e riverberato…

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  • PHIFE DAWG, Ventilation: Da LP (Groove Attack Productions, 2000)

    Cosa aspettarsi da uno degli A Tribe Called Quest? Una crew leggendaria, tutta d’oro e di platino, capace di lavori insieme di qualità e influenti. Influenti? I più influenti! Dal 1988 per dieci anni sono stati una fortezza mistica di saggezza e pacatezza, a dispetto dei vari gangsta styles o delle glassature alla Puff Daddy.…

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  • MELMA & MERDA, Merda & Melma (Aftermath Ent. / Interscope Records / Universal, 2000)

    Melma&Merda (o Merda&Melma, sono intercambiabili) sta al rap italiano come gli Organized Konfusion stanno all’underground newyorkese. Album sperimentale, e cupo. Ai microfoni nomi noti, dallo stile definito e riconoscibile. Kaos, Deda, DoubleS (errata: si tratta di Sean, n.d.r.), una selezione di top gun nostrani per trenta minuti di tenebra. La qualità è altissima, ma il…

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  • ERYKAH BADU, Mama’s Gun (Motown, 2000)

    Questo nuovo lavoro di Erykah Badu è un disco di importanza decisiva. Lo è perchè arriva in um momento in cui un pugno di artiste, a cominciare da Macy Gray per arrivare a Kelis, Angie Stone e la stessa Erykah, ha rivitalizzato il soul con dischi belli e veri, spazzando via quei suoni da classifica…

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  • LENNY KRAVITZ, Greatest Hits (Virgin, 2000)

    Anche per l’artista americano siamo già al bilancio decennale. Dobbiamo infatti tornare all’epocale 1989 per trovare l’esordio (in grande stile) del compositore e polistrumentista di colore. E già, “Let love rule” era (è) un lavoro notevolissimo, pieno di umori, denso, ispirato. Spiace parlare usando l’imperfetto, ma purtroppo Mr. Kravitz sembra avere perso contatto con la…

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  • THE ALLMAN BROTHERS BAND, Peakin’ At The Beacon (live, Sony/550, 2000)

    Qualche maligno potrebbe chiedersi che senso abbia un nuovo disco degli Allman Brothers nel 2000; un altro maligno potrebbe chiedersi che senso può avere far uscire un nuovo album live contenente esclusivamente canzoni che hanno ormai quasi trent’anni. Ce n’era veramente bisogno? Lasciamo la risposta a tutti coloro che intenderanno accostarsi a questo “Peakin’ At…

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  • GIANT SAND, Chore of Enchantment (Thrill Jokey, 2000)

    E’ uscito questa primavera questo disco dei grandissimi Giant Sand eppure lo abbiamo colpevolmente ignorato per troppo tempo. C’erano altri dischi, altre novità che sembravano venire prima. Sembravano appunto, perchè quest’anno difficilmente troverete un lavoro di tale profondità. Quindi ci troviamo ad ascoltare quelle canzoni polverose che il vecchio Howe Gelb, da sempre la mente…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010