• DEPECHE MODE, Exciter (Wea, 2001)

    Il prossimo 14 maggio è la data fissata per l’uscita di “Exciter”, atteso nuovo album degli ormai ventennali campioni della musica elettronica, alias Depeche Mode. Il tempo notoriamente vola, e sono già passati quattro anni dal precedente “Ultra” (non contando la raccolta di singles edita nel ’98). Così, per abbreviare leggermente l’agonia, abbiamo sfruttato le…

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  • GIANT SAND, Selection Circa 1990-2000 (V2, 2001)

    Si torna a parlare ancora di Giant Sand e di canzoni impolverate, riproposte in questa occasione per ripercorrere gli ultimi dieci anni di carriera del gruppo, quelli che hanno visto Howe Gelb condividere la propria musica con Joe Burns e John Convertino, titolari di un’altra eccitante avventura in proprio, quella dei Calexico. La storia degli…

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  • ARAB STRAP, The Red Thread (Chemical Underground, 2001)

    A. Moffat e M. Middleton ritornano alla materna etichetta scozzese Chemical Underground (fondata dai Delgados) per sfornare il nuovo album che possiamo considerare un vero capolavoro. Le atmosfere di questo ultimo “The Red Thread” (trad. “Il filo rosso”) sono angosciante, malinconiche; si celano dietro arrangiamenti scarni, talvolta elettronici: lenti accordi che accompagnano versi biascicati, narrati…

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  • DAFT PUNK, Discovery (EMD/Virgin, 2001)

    Data astrale 2001. I Daft Punk a quattro anni da “Homework” si presentano nel nuovo millennio come indiscussi protagonisti della scena pop internazionale, grazie ad un sound che funge da marchio di fabbrica immediatamente riconoscibile, e a uno stile che manipola e gioca con i diversi generi. “Discovery”, ultimo lavoro del duo parigino, offre infatti…

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  • DIVINE COMEDY, Regeneration (EMI Parlophone, 2001)

    Il titolo pare proprio descrivere l’ennesima mutazione in quella vicenda appassionante che è la storia artistica di Neil Hannon, leader carismatico dei Divine Comedy. Già dalla copertina (per altro bellissima e concepita da Claire Burbridge, moglie del pianista ed arrangiatore Joby Talbot) si comprende che molte cose sono cambiate dall’ultimo “Fin de siècle” ad oggi.…

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  • ERIC CLAPTON, Reptile (WEA/Warner, 2001)

    Un artista ha sempre qualcosa da imparare. Sia dalla musica che dalla vita. Per non morire. Questo è il messaggio che sembra provenire dall’ultimo disco di Eric Clapton, “Reptile”, un progetto molto personale, intimistico, eppure non triste ed accorato come il penultimo “Pilgrim”. Ma veniamo alla musica. Per chi pensa che il blues sia ripetitivo…

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  • LEONARD COHEN, Field Commander Cohen (Columbia, 2001)

    Leonard Cohen, classe 1934, fa parte di quella cerchia di artisti che hanno costruito un proprio mondo, una propria inconfondibile voce con cui arrivare direttamente all’ascoltatore. Come Caetano Veloso e Paolo Conte, Serge Gainsbourg e Bob Dylan. Ognuno di questi autori ha una cifra stilistica del tutto personale. Riconosci immediatamente le loro voci uniche, riconosci…

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  • DELTA, Slippin’ Out (Dishy Records, 2000)

    Segnatevi questi nomi: James Roberts (voce e chitarra), Patrick Roberts (voce e chitarra acustica), Bird (batteria), Fiz (basso e chitarra) e Louis J.Clark (tastiere). I primi due soprattutto sono da tenere d’occhio, in quanto compositori delle dodici perle contenute in “Slippin’ Out”, esattamente sei a testa da buoni fratellini. Ora, purtroppo (o per fortuna) non…

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  • STEVE WYNN, Here Come The Miracles (Blue Rose, 2001)

    Si finisce col fare l’abitudine alle periodiche uscite di Steve Wynn e a porvi niente di più che un orecchio distratto. Perché il musicista americano, con alle spalle una parte da protagonista nel rock americano degli anni ottanta con i grandi Dream Syndacate, ha spesso stentato a trovare la strada giusta in più di dieci…

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  • MOTORPSYCHO, Roadworks vol.2 The Motorsource Massacre (Stickman, 2001)

    Premetto: se acquistando il secondo puntuale volume della serie dei live della band norvegese vi aspettate di trovarvi di fronte ad un tipico prodotto indie-rock (quale era il precedente episodio “Roadworks 1” uscito qualche anno fa), resterete spiazzati e dopo il primo ascolto penserete di aver gettato quaranta carte. Ma se il consumatore di musica,…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010