• STEVEN, Future Home Of Brubank Elks (City Slang, 2003)

    “Future Home Of Brubank Elks” andrebbe catalogato alla voce dischi misconosciuti. Inciso nell’estate del 2001 a Los Angeles e distribuito in Europa dalla Kitty-yo soltanto pochi mesi fa, l’album non è riuscito a far parlare molto di sé, e un po’ lo si capisce. Infatti l’essenza stessa del disco di Steven è in quel suo…

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  • FONICA, Ripple (Tomlab, 2003)

    I Fonica rispondono ai nomi di Kiichi Sugimoto e Cheason, vengono da Tokyo e rappresentano una delle novità più interessanti venute alla luce nel 2003; con in testa i Mùm i due hanno prodotto un album miracolosamente in equilibrio sulla linea che divide l’estetica digitale dalla pura e semplice acustica. L’avvolgente e spiroidale intro dato…

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  • MARK EITZEL, The Ugly American (Thirsty Ear, 2003)

    Anche per Mark Eitzel è arrivato il tempo di guardarsi alle spalle. Non soltanto ha rimesso insieme i suoi American Music Club, scioltisi ormai da quasi dieci anni, ma in questo “The Ugly American” il Nostro ha ripreso una manciata di brani del suo passato e li ha interpretati insieme a un gruppo di musicisti…

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  • PECKSNIFF, Elementary Watson (Merendina rec., 2003)

    La musica è, come ogni arte, la messa in scena e la strutturazione di un’idea, di una forma mentis. Questa forma mentis è spesso influenzata, anche inconsciamente, da sprazzi di memorie infantili, partendo dunque da una base solipsistica. I Pecksniff, sestetto alla seconda uscita discografica, non fanno altro che trasformare la memoria dell’infanzia – oggetti,…

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  • HANIN HELIAS, No Games No Fun (Fatal Recordings, 2003)

    Nella scena berlinese dei primi anni ’90 gli Atari Teenage Riot apparvero con un’irruenza pari alla deflagrazione di un ordigno; formati da Alec Empire e Hanin Elias proponevano una fusione delle scorie post-punk con l’elettronica, entrando a far parte di quella cerchia di artisti la cui musica venne definita Digital Hardcore. Alle soglie di una…

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  • APPALOOSA, Appaloosa (Ondanomala Records, 2003)

    L’indipendentismo anni ’90, caratterizzato fortemente dalla corrente post-rock, ha posto l’accento sulla costruzione, circolare e ammaliante, di forme musicali che riuscissero a bastare a sé, principio e fine della propria esistenza. La voce diventava un elemento aggiunto, spesso narrante e sussurrante – come negli Slint -, pronta a inasprirsi in urla improvvise, e altre volte…

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  • MOTORAMA, No Bass Fidelity (Bar la Muerte, 2003)

    Le Motorama, terzetto romano tutto al femminile, portano da anni in giro per la penisola il loro punk nevrotico, minimale e incessante. Accasatesi con la Bar la Muerte Laura, Elena e Daniela hanno potuto godere del lavoro in studio del buon vecchio Bugo (e quell’improvvisa stasi di voci e rumoracci che interrompe sul più bello…

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  • ENON, Hocus-Pocus (Touch & Go, 2003)

    Uno degli aspetti più affascinanti della scena indie-rock statunitense degli ultimi anni risiede nella possibilità, a chi è avvezzo con il genere, di tracciare una linea regolare, continua e senza sbalzi che leghi le varie bands. Gli Enon di John Schmersal ne sono un esempio: John fondò gli Enon alla fine della splendida avventura con…

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  • DAUNBAILO’, Daunbailò (Strafactory, 2003)

    Un blues sporcato, pronto a trasformarsi in un ritornello puramente pop, mentre synth e chitarra incidono con acidità. Questa è “Anima muta”, il brano che apre l’album di esordio dei Daunbailò: se musicalmente si notano intuizioni non disprezzabili (anche se il ritornello appare come un corpo estraneo appiccicato senza troppa freschezza né convinzione al pezzo)…

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  • FUCK, Those Are Not My Bongos (Homesleep, 2003)

    Il più buffo e confuso tra tutti i gruppi americani è uscito da qualche tempo con un nuovo disco dal solito titolo bizzarro. Da dieci anni a questa parte abbiamo imparato ad amare quei folli dei Fuck, quattro musicisti che hanno passato il loro tempo trafficando con brani bizzarri, registrazioni che hanno un sapore quasi…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010