• ANIMAL COLLECTIVE, Here Comes The Indian (Paw Tracks, 2003)

    Martellamenti di sottofondo, rumori ovattati, riverberi, voci impazzite ed improvvisi rigurgiti di chitarra. Musica frastagliata, ondivaga, improvvisa, deflagrante e spezzata. Così si presenta questo “Here Comes the Indian”, ultima fatica degli Animal Collective di Panda Bear e soci; musica folle – ma con degli pseudonimi del genere come ci si poteva aspettare qualcosa di diverso?…

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  • OI VA VOI, Laughter Through Tears (Outcaste, 2003)

    Quella degli Oi Va Voi è una sfida interessante quanto piena di insidie. L’idea di unire la tradizione “klezmer” (come dire la musica “soul” della cultura ebraica – col violino al posto dei fiati, beninteso) di quei musicisti erranti dell’Est europeo, con i più moderni ritmi “dance”, potrebbe far storcere il naso ai puristi –…

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  • EN CODE, Singing Through The Telescope (Ghost Records, 2003)

    La Ghost Records di Varese si è via via imposta come una delle etichette indipendenti più interessanti emerse negli ultimi anni. A confermarlo ecco l’esordio degli Encode, nuova formazione ad emergere dalla scena di Varese dopo Bartòk, Midwest e Mr. Henry. Il loro “Singing Through The Telescope” è un disco ostico e nervoso sulla scia…

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  • ERYKAH BADU, Worldwide Underground (Motown, 2003)

    Questo album di Erykah Badu, preannunciato come un Ep ma, alla resa dei conti, troppo lungo per essere considerato tale, conferma questa eccezionale artista come la realtà più bella della black music contemporanea. Il suo stile è difficilmente inquadrabile in una categoria particolare; si possono fare tutti i paragoni che si vogliono (hanno scomodato pure…

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  • KECH, Are You Safe? (Ouzel / Audioglobe, 2003)

    Immaginate un pranzo di quindici, pesantissime e stomachevoli portate. Senza che vi venga servito un solo goccio d’acqua. Improvvisamente qualcuno vi passa, sottobanco, un bicchiere di vino bianco. Frizzante, appena uscito dalla cantina della casa. È freschissimo, e vi rimette in pace col mondo. Cosa c’entra questa metafora eno – gastronomica con il disco dei…

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  • JULIE’S HAIRCUT, Adult Situations (Superlove / Homesleep / Sony, 2003)

    Un ragazzo e una ragazza. L’uno di fianco all’altro. Hanno lo sguardo perso oltre l’obiettivo. Pensano a quello che hanno lasciato indietro? A quello che li aspetta d’ora in poi? Non è dato sapere (la vérité réside dans le songes, scrive la band nel libretto del cd), ma un titolo come “Adult situations” e il…

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  • PRAGUE, You hear the song and it is long ago (Suiteside, 2003)

    La prima domanda che viene in mente, ascoltando il secondo disco dei Prague (one man band di stanza a Londra creata Alessandro Viccaro), è per quale motivo il suo responsabile abbia voluto per forza di cose piazzarsi anche davanti al microfono: con tutti i cantanti decenti che ci sono in giro, perché ha voluto insistere…

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  • THE TWILIGHT SINGERS, Blackberry Belle (One Little Indian, 2003)

    Per gli amanti degli Afghan Whighs di Gred Dulli è tempo di rallegrarsi. I dubbi lasciati dal disco di esordio dei Twilight Singers vengono spazzati via da “Blackberry Belle”. Vi si trovano tutti gli ingredienti che hanno fatto di Greg Dulli una delle migliori voci del rock indipendente americano. L’amore viscerale per il soul e…

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  • STEVE WINWOOD, About Time (Wincraft Music, 2003)

    Alta qualità o pura routine, sentimento o arido calcolo? Non sono totalmente concordi i giudizi sull’ultima fatica di Steve Winwood, l’album del ritorno a distanza di sei anni da “Junction Seven” (1997). Certo l’autore non ha fatto molto per impedire l’affacciarsi di qualche maliziosa critica: la dichiarata sfida a Santana, evidente fin dalla copertina chiaramente…

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  • ALIBIA, Confini (MEG / CNI, 2003)

    Brutta cosa, l’apprezzare un disco ma non riuscire a parlarne bene; ti sembra strano, paradossale. “Confini”, il debutto degli Alibìa dopo anni di concorsi vinti in giro per l’Italia, ha tutto per farsi piacere dagli appassionati di pop deviato: ci sono due voci sapienti che creano melodie indelebili (ascoltare il singolo “L’equilibrio” per credere), c’è…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010