• POLLY PAULUSMA, Scissors In My Pocket (One Little Indian / Goodfellas, 2004)

    Ha ragione Polly Paulusma a schernirsi davanti a chi la paragona continuamente a Joni Mitchell: “Il solo vedere il mio nome accostato al suo nella stessa frase mi riempie di gioia”, dice, “ma non esageriamo: certi paragoni andranno spesi solo dopo il quarto, quinto album, quando avrò avuto modo di maturare ancora”. Ottima prova di…

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  • WEIRD WAR, If You Can’t Beat ‘Em, Bite ‘Em (Drag City, 2004)

    C’erano una volta i Nation of Ulysses, il cui “Plays Pretty for Baby” rimane a distanza di dodici anni uno dei capisaldi del catalogo Dischord. Il leader della band era Ian Svenonius. Vennero poi i Make Up, capitanati da Svenonius e Michelle Mae i quali, insieme all’ex Royal Trux Neil Hagerty, pensarono bene nel 2001…

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  • TV ON THE RADIO, Desperate Youth, Blood Thirsty Babes (Touch & Go, 2004)

    Il ventunesimo secolo sarà il secolo del meticcio portato alle estreme conseguenze, e i Tv On the Radio possono tranquillamente candidarsi a band simbolo di questa urgenza nel campo musicale. Per cercare di rendere chiaro il suono che il terzetto composto da Tunde Adebimpe alla voce, Kyp Malone ai cori, alla chitarra e ai loops…

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  • MARK LANEGAN, Bubblegum (Beggars Banquet, 2004)

    Un pianoforte introduce l’atmosfera fumosa e notturna di “When your number isn’t up” e la voce roca che taglia l’aria e la riempie di whiskey e di sigarette. Non ci sono dubbi a riguardo, è Mark Lanegan. Col tempo l’ex cantante degli Screaming Trees si sta avvicinando alle timbriche di Tom Waits e di Greg…

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  • BLACK EYES, Cough (Dischord, 2004)

    Com’è universalmente noto ci sono molti modi di morire estremamente diversi fra loro. C’è chi se ne va con un bang, chi con un tonf, chi con uno splash: i Black Eyes, dopo il bell’esordio dell’anno passato, hanno deciso di abbandonarci con un cough. Un rapido e quasi impercettibile colpo di tosse, di quelli che…

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  • KINGS OF CONVENIENCE, Riot On An Empty Street (Source, 2004)

    Dopo tre anni sono ritornate le magie dalla Norvegia. I due ragazzi di Bergen sembrano sempre gli stessi, il buffo Erland Oye con i suoi capelli rossi disordinati e quegli enormi occhiali ed Erik Glambek Boe con un’espressione di imperscrutabile saggezza stampata in faccia. A dispetto del tempo passato e delle escursioni elettroniche di Erland…

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  • SEDIA, Sedia (Wallace Records, 2004)

    Ok, lo ammetto, non mi aspettavo nulla di sorprendente dai Sedia, terzetto di anconetani dediti al sempre valido chitarra/basso/batteria. O meglio non mi aspettavo nulla di diverso rispetto ai gruppi che solitamente esordiscono per l’ottima Wallace; e invece mi sono dovuto duramente ricredere. Alessandro Calbucci, Mattia Coletti e Alessio Compagnucci hanno qualcosa di diverso da…

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  • NINA NASTASIA, Dogs (Socialist Records, 2000; Touch & Go / Wide, 2004)

    C’era un tempo in cui l’aria non si era ancora oscurata, intorno alla testa di Nina Nastasia: un tempo in cui gli animali erano semplici cani, e non scheletri di bestie estinte lanciate in un’inutile fuga come nella copertina dell’ultimo “Run to ruin”. Un tempo, insomma, in cui il suo volto severo, quasi vittoriano, sapeva…

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  • BLACK DICE, Creature Comforts (Fat Cat, 2004)

    Ovvero, come cercare di semplificare il bello rendendolo vacuo. Tanto splendido era apparso il mosaico di forme e sostanze che aveva preso corpo in “Beaches & Canyons” quanto inutile sembra ora il susseguirsi di suoni, borborigmi e pause acustiche che si pone come file rouge di questo secondo lavoro sulla lunga distanza (la band ha…

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  • NADA, Tutto l’amore che mi manca (On the Road Music Factory / Venus, 2004)

    Ascoltavo questo disco assieme a mia madre, ieri sera, sul divano di casa. Guardavo la sua espressione. Era pietrificata. Tutto quello che riusciva a dire era un timido “È terribile…”, e non perché mai si sarebbe aspettata di sentire una Nada così visceralmente rock, ma per l’impatto della prima ghost track, “Le mie madri”: una…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010