• DIVINE COMEDY, Absent Friends (EMI Parlphone, 2004)

    Il suono elettrico e il look indie-casual sono durati lo spazio di un album – “Regeneration” – peraltro bellissimo. L’ego ipertrofico di Neil Hannon ha ripreso il sopravvento, facendogli rivestire gli amati panni di inguaribile dandy. La vita tipica da rockstar con gruppo fisso al seguito è parsa in fretta noiosa e avvilente agli occhi…

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  • ULTRAVIOLET MAKES ME SICK, No freeway, no plan, no trees, no ghost (Urtovox, 2004)

    Il primo nome a cui si collega questo esordio degli Ultraviolet Makes Me Sick è quello dei Giardini di Mirò. Come per gli autori di “Rise and Fall of Academic Drifting” ecco intrecci di chitarre ipnotici, esplosioni sonore che sbucano tra momenti di quiete, crescendo irresistibili. Insomma, quello che la critica ha etichettato come post-rock,…

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  • LALI PUNA, Faking The Books (Morr Music / Wide, 2004)

    Poco tempo fa un giornalista chiese a Valerie Trebeljahr, cantante dei tedeschi Lali Puna, quale fosse la sua definizione di “pop”. Lei rispose con difficoltà, ma dando un’ottima chiave di lettura per la sua musica: “La base di partenza è la melodia, ma a noi piace scomporla aggiungendo qualcosa, disturbandola; ci piacerebbe che, dopo molti…

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  • Paolo Benvegnù e suoi “fragilissimi film”: l’intervista

    Finito un percorso magnifico (gli Scisma), c’è voluto molto tempo perché Paolo Benvegnù tornasse ad esporsi in prima persona. È tornato con un disco incantevole, “Piccoli fragilissimi film”, che ci consegna istantanee di un uomo che ha imparato a stare in equilibrio precario, e che non vuole rinunciare alla sua debolezza.Un disco sofferto, un autore che spiega la sua…

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  • CARAVANE DE VILLE, Casbah (Cyc Promotions / Venus, 2004)

    Canzoni di meticciato musicale: si presenta così “Casbah”, il secondo disco dei Caravane de Ville, a lungo bloccato per problemi contrattuali. Il loro folk-rock stradaiolo si è, nel frattempo, contaminato ulteriormente di umori mediorientali, di profumi e suoni che fanno ormai parte anche del nostro vissuto quotidiano: la fusione tra oriente e occidente è cosa…

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  • EL~MUNIRIA, Stanza 218 (Homesleep / Sony, 2004)

    Un battito sintetico profondo. Colpi di tosse. Una voce (quella voce) che prende fiato. Una sigaretta che si accende. La voce inizia, ossessiva, scura, profonda: “Tutto ciò che separa è santo”. Una suite postmoderna, “Santo”, che insegue man mano ritmi diversi e poco a poco si apre, finendo in territori simili a quelli dei primi…

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  • MERCI MISS MONROE, Merci Miss Monroe (Ghost Records, 2004)

    Se le canzoni dei Merci Miss Monroe fossero tutte deliziose come “Damndamndamn” non si potrebbe fare a meno di innamorarsene. Perché la traccia numero due di questo loro disco omonimo è un incanto che sta giusto in bilico tra le melodie acustiche dei R.E.M. o di certi brani dei Travis e le trame elettriche di…

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  • TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI, Il sogno del gorilla bianco (Alternative Produzioni, 2004)

    A Davide Toffolo, mente dei Tre allegri ragazzi morti, va riconosciuto il merito di aver costruito intorno alla propria musica la scenografia di un mondo assolutamente originale e riconoscibile, cercando una contaminazione con il fumetto ben prima che arrivassero i Gorillaz – e la scelta grafica tra l’altro è molto simile alle intuizioni pseudo-anime del…

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  • BLONDE REDHEAD, “Misery Is A Butterfly” (4AD, 2004)

    Non c’è nulla di newyorchese in giro che risulti essere così poco newyorchese, non c’è nulla di pop che risulti essere così frastagliato, non c’è nulla di indie-rock che risulti essere così melodico.

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  • XIU XIU, Fabulous Muscles (Tomlab / Wide, 2004)

    Una delle principali ed annose querelle nate con il mestiere del critico è stata l’accusa – mai velata, mai sotterranea, sempre esposta e visibile – di affezionarsi a tal scrittore, tal musicista, tal regista da perdere la concezione primaria di critica e lasciarsi influenzare dal proprio sentimento. E di fronte a questo la “società” dei…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010