• CLAYHILL, Small Circle (Eat Sleep Records, 2004)

    Forse è un peccato, ma oramai anche nell’approccio alla musica si seguono schemi consolidati abbastanza precisi. Schemi che, detto fra noi, non aspettano altro che essere stravolti. È l’esempio di “Small Circle” dei Clayhill. Ascoltando l’uno due fornito dall’elettronica “Alpha Male” e dall’ampio respiro di “Northern Soul” ti viene da posizionare questo disco in un’immaginaria…

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  • SEU JORGE, Cru (Fla Flu Prod, 2004)

    Gran personaggio, questo Seu Jorge. Cresciuto nelle favelas di San Paolo, metropoli affascinante quanto spaventosa, Seu impara presto cosa vuol dire sopravvivere solo con le proprie forze, dormire ogni notte in strada, rapportarsi con le terribili bande di strada. Proprio una di queste, gli ucciderà sotto gli occhi il fratello più piccolo. La fortuna di…

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  • TETES DE BOIS, Pace e male (Il Manifesto, 2004)

    Da un palco improvvisato sul retro di un camioncino a Campo de’ Fiori alle assi del palcoscenico del Premio Tenco: è stato lungo e insperato il cammino dei Tetes de Bois, in questi dieci anni di musica, ma le loro canzoni non dimenticano mai da dove sono venute, ora che spesso sono contesti più prestigiosi…

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  • MODEST MOUSE, Good News For People Who Love Band News (Epic, 2004)

    Esistono dischi che hanno bisogno di tempo per essere apprezzati. “Good News For People Who Love Bad News” è un album che ha bisogno di attenzione e ascolti perché se ne arrivi al cuore. Perché i Modest Mouse, come si era intuito dal precedente “The Moon and The Antartica”, non sono semplicemente un gruppo indie…

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  • EDWOOD, Like A Movement (Fosbury / Audioglobe, 2004)

    Diversi fiumi sonori confluiscono nel lago delle canzoni di questo “Like a movement”, esordio discografico degli Edwood: da una parte le suadenti strutture del post-rock, le sue progressioni morbide e Ie chitarre dense di vaghi ricordi shoegaze; dall’altra le melodie geometriche miste a microscopiche interferenze digitali di certo pop mitteleuropeo. Una sintesi eccellente raggiunta in…

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  • JOE LEAMAN, Truly Got Fishin’ (Black Candy / Audioglobe, 2004)

    Uno snob non potrebbe mai apprezzare un disco come questo. Chi adora riempirsi la bocca di parole come “derivativo” o “scarsamente originale” troverà semplice liquidare “Truly got fishin’” in pochi minuti: è semplice scorgere nelle trame di questi dieci brani le ombre della storia del rock, e in particolare di tutto quello che è uscito…

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  • PINBACK, Summer In Abaddon (Touch & Go, 2004)

    “Summer in Abaddon” è il terzo disco degli americani Pinback – segue l’esordio omonimo del ’98 e “Blue Screen Life” del ’01 – ed è il disco pop che non ti aspetti. La sua anima indie non attacca una scrittura classica che, basandosi quasi sempre su una struttura strofa-ritornello, riesce a concepire canzoni eleganti e…

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  • MASSIVE ATTACK, Danny The Dog OST (Virgin, 2004)

    Un solo dubbio mi è soggiunto nell’includere “Danny The Dog” nei Musikal! Awards 2004: che non fosse un personale tentativo di rimediare alla poca importanza che il sottoscritto diede, al momento dell’uscita, a “100th Window”, scelta poi rivelatasi assolutamente poco felice dato che è venuta maturando la convinzione che “la centesima finestra” sia tra le…

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  • TWO LONE SWORDSMEN, From The Double Gone Chapel (Warp, 2004)

    Che tutto ciò che è possibile accomunare in qualche modo alla New Wave viva un periodo di (doverosa) rivalutazione è assioma consolidato e impossibile da mettere in discussione. Ad ascoltare “From the Double Gone Chapel” dei Two Lone Swordsmen verrebbe naturale accomunare questa splendida uscita della Warp al succitato revival, ma si rischierebbe di ficcarsi…

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  • TWO LONE SWORDSMEN, From The Double Gone Chapel (Warp, 2004)

    Che tutto ciò che è possibile accomunare in qualche modo alla New Wave viva un periodo di (doverosa) rivalutazione è assioma consolidato e impossibile da mettere in discussione. Ad ascoltare “From the Double Gone Chapel” dei Two Lone Swordsmen verrebbe naturale accomunare questa splendida uscita della Warp al succitato revival, ma si rischierebbe di ficcarsi…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010