• THE NATIONAL, “Alligator” (Beggars Banquet, 2005)

    “Alligator” avrebbe potuto essere la pietra tombale sulla carriera dei National. Ignorati dal pubblico al terzo album di fila, i cinque emigrati di Cincinnati si sarebbero finalmente convinti a gettare la spugna per dedicarsi a carriere da persone serie, che proprio allora stavano iniziando a ingranare sul serio: Matt Berninger e Scott Devendorf come grafici…

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  • GERDA, Gerda (Wallace Records / Donna Bavosa / Shove, 2005)

    È impossibile non notare come poco alla volta, anno dopo anno, la Wallace Records di Mirko Spino stia aprendo il proprio ventaglio di ipotesi musicali verso territori nei quali finora non si era avventurata. È stato così parzialmente per i Sedia, e quest’anno l’uscita dell’album degli Hell Demonio si è attestata sulla medesima lunghezza d’onda:…

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  • CHAD VANGAALEN, Infiniheart (Sub Pop / Audioglobe, 2005)

    A volte i miracoli accadono. Non è cosa di tutti i giorni assistere a storie come quella di Chad VanGaalen, un giovane canadese con un lavoro anche abbastanza divertente (illustratore) che un giorno prende la decisione di girare per il suo paese con una chitarra e di suonare per le vie del paese le canzoni…

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  • JOSE’ GONZALEZ, Veener (Hidden Agenda, 2005)

    Un nome comune come José Gonzalez potrebbe far pensare ad un corrispettivo spagnoleggiante del nostrano Mario Rossi. Si tratta invece di uno svedese di origini argentine, titolare di “Venner”, un disco risalente ad inizio millennio che ha avuto un buon successo in patria e più lentamente fuori, grazie anche all’inserimento del brano “Stay in the…

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  • BRITISH SEA POWER, Open Season (Rough Trade, 2005)

    La seconda prova, si sa, è sempre la più difficile. I British Sea Power la superano per metà. Da una parte, questo nuovo album perde in freschezza rispetto suo predecessore. Dall’altra, si compie un importante passo in avanti nelle capacità di scrittura: il risultato è un album di canzoni pop d’autore ispirate ancora una volta…

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  • BARBARA MORGENSTERN, The Grass Is Always Greener (Monika / Wide, 2005)

    Da appassionato di tennis, avevo una passione insana per Steffi Graf. Adoravo il suo servizio meccanico, quel diritto sparato da ogni angolo che assomigliava a un gancio devastante e che compensava il suo rovescio liftato, zoppicante e velenoso. E mi piaceva moltissimo sentirla parlare: una voce calda, sposata alla perfezione con la sua lingua piena…

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  • THE AFTERNOONS, Rocket Summer (Saturday, 2005)

    La Spagna è una terra fertile e ricettiva che si è sempre mostrata ben più che interessata alla musica pop. Capita quindi che, spulciando il sito internet PopMadrid.com, si incappi nel loro disco del 2005: “Rocket Summer” degli Afternoons. Giusto quindi parlarne. Non tanto per completismo, quanto per la pregevole fattura delle canzoni. Siamo davanti…

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  • JULIAN COPE, Dark Orgasm (Head Heritage, 2005)

    Dopo il fortunato ritorno alla distribuzione convenzionale di “Citizen Cain’d” (grazie agli sforzi della Lain e della Goodfellas), Julian Cope torna alla pubblicazione autartica del suo mirabolante genio creativo fatto in canzone. Internet e file sharing sono quindi tornate le armi fondamentali per poter mettere le mani sui manufatti artistici di Sua Maestà l’Arcidruido, ma…

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  • CHRIS BROKAW, Incredible Love (Acuarela, 2005)

    Nei novanta, il nome di Chris Brokaw significava, per forza di cose, Codeine. La potenza di quel gruppo si esprimeva in un doloroso slow-core che toccava i confini del post-rock chicagoano, con una personalità che l’ha fatto entrare di diretto nelle sale del culto. Di quei lamenti, poco o niente rimane, perché “Incredible Love” esprime…

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  • SLOWDIVE, Souvlaki (Bonus Tracks) (Creation, 1993 / Sanctuary, 2005)

    Il 1992 vede la band impegnata dapprima in un lungo tour europeo e statunitense che riscuote un ottimo successo di pubblico; la Creation fa uscire nel febbraio la compilation “Blue Day”, che raccoglie buona parte dei singoli tratti dagli ep “Slowdive”, “Morningrise” e “Holding Our Breath” mentre la SBK licenza uno split 7” con i…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010