• EELS, Blinking Lights And Other Revelations (Vagrant, 2005)

    Probabilmente la raffazzonata retorica dell’artista tormentato dal mal di vivere ha portato un certo scetticismo nei confronti di chi, nelle dichiarazioni ufficiali, se ne esce con frasi tipo: “La musica mi ha salvato” oppure: “La musica rappresenta tutta la mia vita”. Sono perfettamente d’accordo con questa linea di pensiero, infatti molto spesso queste esternazioni provengono…

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  • MOROSE, People Have Ceased to Ask Me About You (Suiteside / Goodfellas, 2005)

    Il mio ricordo di La Spezia è indissolubilmente legato ai tre giorni passati in caserma per le visite di rito in vista di un ipotetico futuro militare (come tutti i nati tra settembre e novembre sarei stato destinato alla marina): ho ben impresso in mente il disprezzo per le regole indiscutibili, per i ridicoli test…

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  • MALCOM MIDDLETON, Into The Woods (Chemical Underground / Audioglobe, 2005)

    I primi contatti con l’opera solista di Malcom Middleton – metà degli Arab Strap – non erano stati dei più entusiasmanti: il suo esordio “5: 14 Fluoxytine Seagull Alcohol John Nicotine” suscitava reazioni molto vicine alla noia siderale e a vederlo dal vivo in apertura ai Mogwai non si capiva se era l’effetto degli alcolici…

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  • MIDWEST, Whatever You Bring We Sing (Homesleep / Audioglobe, 2005)

    Ancora una volta giungono buone notizie da Varese. Tornano i Midwest, che già nel 2002 avevano regalato un egregio disco d’esordio, “Town and country”. In quelle undici tracce, il gruppo ripercorreva la scia di formazioni come i Califone in una lettura aspra e moderna della musica tradizionale. A tre anni di distanza “Whatever you bring…

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  • STEREOPHONICS, Language. Sex. Violence. Other? (V2, 2005)

    In una storia dell’arte che va via via stratificandosi, aprendo nuove vie sotterranee e rimodernando i tracciati già esistenti per potersi comunque conservare comodamente viene abbastanza naturale immaginare nei percorsi della musica contemporanea una componente corposa di passatismo. E non che si debba sempre obbligatoriamente leggere il termine nella sua accezione negativa e spregevole: Iron…

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  • IDLEWILD, Warning Promises (Parlophone, 2005)

    Sapere che gli Idlewild tornano con un nuovo disco fa sempre piacere. Sì perché all’interno di quell’usurato panorama musicale che è il pop chitarristico UK, gli scozzesi hanno sempre rappresentato un caso più unico che raro. Assieme ai Teenage Fanclub sono stati i migliori esponenti di una certa linea di pensiero underground fatta di melodie…

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  • FANTOMAS, Suspended Animation (Ipecac / Goodfellas, 2005)

    Facciamo un gioco. Sareste in grado, su due piedi, di raccontare cosa avete fatto durante l’aprile di questo anno? Intendo dire entrando nel dettaglio della quotidianità; insomma, un resoconto che inizi con il più classico dei pesci d’aprile e si concluda solo alle porte della festa dei lavoratori. Perché è proprio ciò che i Fantomas…

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  • OASIS, Don’t Believe The Truth (Sony, 2005)

    E fu così che gli Oasis passarono al lato oscuro della forza. E quale potrebbe essere questo “lato oscuro” per un gruppo che ha sempre fatto dei Beatles i suoi portabandiera? Ma ovviamente i Rolling Stones. Non ci si crede? Beh, effettivamente si sta un po’ estremizzando, ma il riferimento ai Darth Vader del rock…

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  • MAGNOLIA ELECTRIC CO., What Comes After The Blues (Secretly Canadian, 2005)

    Archiviata la sigla Songs:Ohia, Jason Molina torna a far parlare di sé con un gruppo: i Magnolia Electric Co. Non che nel frattempo sia rimasto con le mani in mani, è dell’anno scorso infatti il bellissimo “Pyramid Electric Co.”, lavoro uscito a suo nome che comprendeva sette malinconiche ballate contraddistinte da un lento incedere e…

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  • RICHMOND FONTAINE, The Fitzgerald (El Cortez, 2005)

    Decisamente curioso come certi artisti o gruppi qui praticamente sconosciuti risultano essere dei piccoli fenomeni di culto in madrepatria e in altri insospettabili paesi. Per dire: alzi la mano chi prima di oggi conosceva gli americani Richmond Fontaine. Ok. Partiamo dal principio. Gruppo retto dal leader e compositore Willy Vlautin, i Richmond Fontaine si muovo…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010