• PERTURBAZIONE, Canzoni allo specchio (Mescal / Sony, 2005)

    Non scopro certo una novità, se scrivo che nel circuito indie essere snob è una specie di obbligo. Bisogna denigrare certe cose, correre dietro alle ultime mode dell’NME, essere aggiornati sull’ennesima meteora inglese…ascoltare indie rock è una gran fatica. Perdonatemi, allora, se mi tengo ben stretto un gruppo come i Perturbazione. Ho un debole per…

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  • CHEMICAL BROTHERS, Push The Button (Virgin, 2005)

    Più va avanti l’avventura della coppia Simons/Rowlands più si ha l’impressione che la loro rotta di navigazione tenda a compiere giri ciclici intorno alla stessa asse. Anche in “Push the Button”, così come nel precedente mediocre “Come With Us” è possibile riscontrare ulteriormente l’infrangersi dello Tsunami sonoro rappresentato per il duo elettronico da “Surrender”, il…

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  • Bugo (+ Masoko), Circolo degli artisti (Roma) (17 marzo 2005)

    A distanza di un anno Bugo torna a proporre il suo cantautorato surrealista alle platee romane e si affida nuovamente al Circolo degli artisti, che dopo la chiusura dell’Init sta diventando la bombola d’ossigeno indispensabile per gli ascoltatori rock della capitale. A fare da apripista al suo spettacolo vengono invitati i Masoko, già Masoko Tanga,…

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  • SEBASTIEN SCHULLER, Happiness (Catalogue Records / Audioglobe, 2005)

    Album d’esordio per questo percussionista di formazione che nel tempo si è talmente avvicinato all’elettronica da farne mezzo espressivo. Nativo de Les Yvelines, dipartimento dell’Ile de France che sfoggia Versailles come fiore all’occhiello, Sébastien orbita fatalmente nel megacosmo parigino, a portata di treno regionale. “Happiness” è frutto di un lavoro quasi triennale, co-prodotto insieme a…

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  • LOW, The Great Destroyer (Rough Trade / Self, 2005)

    Il suono del silenzio, questo erano stati i Low in questi anni. Minimali, oscuri, taglienti eppure dolcissimi, la band di Duluth era stata capace di creare qualcosa di inconfondibile, di realizzare un capolavoro come “Trust”, prima di decidere di rivoluzionarsi. Per anni avevano giocato con i pieni e i vuoti del suono, cercando ogni spazio…

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  • MOLTHENI, Splendore Terrore (La Tempesta / Venus, 2005)

    E’ stata forse una prova necessitata doppiamente, questa di “Splendore Terrore”, per Moltheni. Necessitata nel vero senso della parola per i problemi di etichetta e di budget che ci ha raccontato lo stesso Umberto nell’intervista di dicembre, ma imposta in secondo luogo dalla stessa parabola dell’artista: schizzata in alto vertiginosamente con il sorprendente esordio di…

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  • Bright Eyes, Transilvania Live (Milano) (6 marzo 2005)

    Le notizie del sold-out per la data italiana dei Mars Volta – lo stesso giorno, alla stessa ora, nella stessa città… stessa organizzazione tra l’altro – facevano pensare ad un Transilvania semi-deserto, il che avrebbe fatto esaltare maggiormente l’arredamento mansoniano del locale. Così invece non è stato, non lo possiamo certo definire il pubblico delle…

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  • DUFT PANK, Human After All (Virgin, 2005)

    Erano rimasti in silenzio per quattro anni, dall’anno domini 2001 durante il quale diedero alla luce la loro opera seconda “Discovery”, perfetto sequel narrativo dell’oramai storico esordio “Homework”, quello di “Around the World” tanto per intenderci. Poi, dopo averli persi tra collaborazioni cinematografiche (vedere l’apporto dato all’ottimo “Interstella 5555”, anime diretto da Kazuhisa Takenouchi) è…

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  • LOU BARLOW, Emoh (Domino, 2005)

    Senza prenderci in giro, possiamo tranquillamente ammettere che il cantautorato lo-fi americano e composto – per lo più – da dischi tutti uguali. Certo, all’apparenza è sicuramente così: chitarre acustiche arpeggiate, elettronica povera in sottofondo, la chitarra elettrica che fa qualche incursione perennemente sottotono e mai ingombrante, una voce non accademicamente intonata ma che si…

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  • LCD SOUNDSYSTEM, “Lcd Soundsystem” (EMI, 2005)

    Mentre nelle orecchie gravitano ancora in maniera persistente i suoni e la seducente varietà stilistica della “DFA Compilation #2” ecco presentarsi ai nastri di partenza l’esordio di Lcd Soundsystem alias James Murphy alias 50% della DFA. Ed è immediatamente un tentativo di fuga in solitaria: Murphy propone in un doppio cd tutto ciò che ha…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010