• QUEENS OF THE STONE AGE, Lullabies To Paralyze (Interscope, 2005)

    Doppiare la botta di “Songs For The Deaf” non era cosa facile. E infatti Joshua non c’è riuscito. Inevitabilmente l’impatto mediatico di un disco senza l’ospite conosciuto dalle masse (Dave Grohl), con un Lanegan a mezzo servizio e senza un personaggio controverso come Oliveri, è minore rispetto al precedente. Ma le aspettative, con una discografia…

    Read More

  • DISCO DRIVE, What’s Wrong With You People (Unhip / Wide, 2005)

    La forza dei Disco Drive non sta nel riproporre pedissequamente i proclami punk-funk anni ’80 che stanno infestando le playlist degli hipster più accaniti, ma di macchiare questa miscela con dosi massicce di psichedelia, club-culture e hardcore. Non si tratta però di un tentativo di derive strumentali alla Rapture, dove gli strumenti si perdono in…

    Read More

  • KINGSBURY MANX, The Fast Rise And Fall Of The South (Yep Roc / IRD, 2005)

    Come il giorno dopo un esame passato all’università. Come un porto calmo al far della sera dove attraccare la propria barca. Questo “The Fast Rise And Fall Of The South” porta in seno un’oasi di beatitudine, un qualcosa che mette, se non di buon umore, almeno in pace con se stessi. E inizialmente non si…

    Read More

  • I REFUSE IT!, Cronache del videotopo (Wide, 2005)

    L’uscita di questa raccolta in un periodo di vera e propria abbondanza di ristampe e antologie, dall’oramai abituale scontro con i “Bootleg Series” dylaniani fino all’essenziale corpo riesumato del capolavoro “No New York” (e per glissare sugli Young Gods e compagnia bella) rischia di passare colpevolmente sotto silenzio. E sarebbe un crimine non da poco,…

    Read More

  • THE WARLOCKS, Surgery (Mute / Virgin, 2005)

    Esiste una borghesia musicale che ha sempre creduto che qualsiasi passo avanti fosse meglio del passato, che qualsiasi evoluzione cassasse di conseguenza quella precedente. Si sa che essa è gretta, filistea e voltagabbana: dapprima propaganda il progresso ma fa fatica ad accettare le novità, e, una volta accettate, rinnega facilmente tutto ciò che le precede.…

    Read More

  • AA.VV., Dream brother: the songs of Tim + Jeff Buckley (Full Time Hobby / Audioglobe, 2005)

    Il destino è strano, e ha poca riverenza, né delicatezza, verso le esistenze delle persone. Un padre che ha visto per una volta sola nella sua vita il figlio; il figlio che passa la vita a combattere con l’ombra del padre. Eppure, tutti ricordano Tim e Jeff Buckley assieme, perchè sono troppe le cose che…

    Read More

  • PAUL WESTERBERG, Besterberg: The Best Of Paul Westerberg (Sire / Reprise / Rhino, 2005)

    C’è stato un momento, nei primi anni ’90, in cui i Replacements potevano fare un salto di qualità per diventare qualcosa di veramente importante all’interno del panorama rock internazionale e non limitarsi al ristretto ambiente degli appassionati che, ancora oggi, vedono nel gruppo di Minneapolis (assieme agli amici/rivali Husker Du) uno dei baluastri del rock…

    Read More

  • SOFA SURFERS, Sofa Surfers (Klein / Audioglobe, 2005)

    L’ultima volta che i “nomadi da divano” (è una loro definizione) erano stati avvistati era nel 2002, il viaggio si chiamava “Encounters” e i viennesi avevano lasciato che le loro ambientazioni elettroniche urbane, da “neo-salotto stereofonico” come si diceva, si contaminassero con l’hip-hop. Un mix, insomma, di trip e hip (hop). Li ritroviamo ora, è…

    Read More

  • THE MARS VOLTA, Scabdates (Universal, 2005)

    Ci sono diversi motivi per cui questo “Scabdates”, più che essere “il live”, potrebbe essere considerato come “il nuovo album” dei Mars Volta. Probabilmente stiamo parlando di uno dei gruppi più unici e allo stesso tempo più classici che possano esistere al momento. Da un lato la tradizione dei primi Led Zeppelin e dei secondi…

    Read More

  • SMOG, A River Ain’t Too Much To Love (Drag City, 2005)

    I cantautori. Creature polimorfe che si muovono nel mare della musica con non specificato stile, abbracciandosi e lasciandosi, influenzandosi ed allontanandosi. I cantautori possono basarsi solo sulla propria personalità, elemento che deve emergere nonostante ogni cambiamento, ogni barriera, ogni limite superato. I cantautori sono quelle persone che nel buio della notte accendono una luce e…

    Read More

Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010