• MASOKO, bubù’7te (Snowdonia, 2006)

    Per il sottoscritto l’ascolto di “bubù7te”, esordio ufficiale dei Masoko nella musica che “conta” non è stato accompagnato da alcun ooooh di meraviglia nè da strabuzzamenti d’occhi vari. A leggere a destra e a manca ho avuto modo di scorgere frasi a effetto come “la sorpresa New Wave italiana”, “i buontemponi del revival wave” e…

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  • volcano!, Beautiful Seizure (Leaf / Wide, 2006)

    Hanno diversa rabbia in corpo, i volcano!, che probabilmente non riescono a sfogare in altre maniere. E non nasce così il rock? Mah, non facciamoci domande filosofiche: il trio di Chicago esplode (e per loro è letteralmente il caso di dirlo) con questo debut album “Beatiful Seizure” e debilita l’ascolto. Affascinante quando con arpeggi delicati…

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  • RAY DAVIES, Other People’s Lives (V2, 2006)

    5 o 6 anni fra un disco e l’altro sono parecchi e pochissimi sono gli autori che iniziano la propria carriera solista a 40-45 anni. Ne sono passati 13 dall’ultimo vero lavoro di studio dei Kinks, Ray Davies ne ha 62 e di queste formulette non sa che farsene. Un carattere fuori dagli schemi, spigoloso,…

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  • MARCO PARENTE, Neve Ridens pt.2 (Mescal / Sony, 2006)

    Dopo pochi mesi, il quadro si completa: “Neve ridens” è finalmente un’opera intera, compiuta, come due facce dello stesso specchio che riflettono immagini differenti. Introduzione enigmatica? Sì, e non è un caso: tra i due dischi ci sono continui giochi di specchi, rimandi testuali e di frammenti sonori, parole che rimbalzano nelle frasi come piccole…

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  • GRAZIANO ROMANI, Confessions Boulevard (Freedom Rain, 2006)

    Chi si ricorda dei Rocking Chairs? Lo chiedo a voi, perché io ero in fasce (eppure me li ricordo). Chi sa dell’esistenza di Graziano Romani? Lo chiedo a tutti, conscio di non ricevere molte risposte, soprattutto tra i miei coetanei. C’è gente che, ignorando deliberatamente il fatto che tutti la ignorino, riesce a continuare per…

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  • PATTY HURST SHIFTER, Too Crowded On The Losing End (Blue Rose / IRD, 2006)

    Quello che più mi sorprende del rock’n’roll è il suo ciclo vitale. Per ogni volta che è stato dato per spacciato, si è presentato più forte che mai. E per certi è una sorpresa. Prendete questi Patty Hurst Shifter, ad esempio. Non fanno altro che scrivere canzoni da antologia attorno ad un canovaccio tra underground…

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  • THE ORGAN, Grab That Gun (Too Pure, 2006)

    Uscito in realtà nel 2004, “Grab That Gun” viene distribuito su larga scala soltanto ora e dopo averlo ascoltato si pensa che saremmo facilmente sopravvissuti senza ancora per qualche anno. Perlomeno si sarebbe potuto aspettare che la “nuova ondata” riportata dignitosamente in auge dagli Interpol chiudesse definitivamente il suo corso e tentare un improbabile effetto…

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  • MORRISSEY, Ringleader Of The Tormentors (Attack, 2006)

    Ascoltando “Ringleader of the Tormentors” viene da pensare che questa seconda parte della carriera di Morrissey è iniziata con un piglio che l’ex Smith sembrava aver smarrito da tempo. Perché “You Are the Quarry” prima, poi il live celebrativo dello scorso anno, ed ora questa nuova fatica, dimostrano infine che il Moz ha ritrovato l’ispirazione.…

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  • PLACEBO, Meds (Virgin, 2006)

    I Placebo non sono mai stati dei rivoluzionari, questo no. Neanche i primi due lavori, giustamente considerati da tutti o quasi i più meritevoli della loro discografia, scuotevano le fondamenta della musica. Ma allora, cosa aspettarsi da loro? Forse una presa di posizione netta, una sterzata brusca, che scateni le discussioni di fan e non,…

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  • THE TWILIGHT SINGERS, Powder Burns (One Little Indian / Goodfellas, 2006)

    Abbiamo perso ogni punto di riferimento. Siamo una generazione che non sa da che parte girarsi. La politica non significa più niente, il cinema non ha più il ruolo di un tempo e il rock’n’roll sembra aver smarrito sé stesso in favore di una ben più accomodante caricatura. E non parliamo dei rapporti interpersonali. Com’eravamo…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010