La storia è questa: un gruppo di sboccati ragazzacci tedeschi manda una demo di 26 minuti circa alla Domino (etichetta che non accetta i demo) e se la ritrova pubblicata così com’è arrivata. Fine della storia. A volte i discografici hanno un cuore e sanno intravedere il talento nascosto nella pazzia. Ora non voglio dire…
Chiunque abbia ascoltato “After dark, my sweet”, il quarto album dei Julie’s Haircut, usa soprattutto una parola per definirlo: “coraggioso”. Spariscono i ritornelli a presa rapida sotto colate di improvvisazioni spacey, le voci scompaiono sotto vortici strumentali, le strutture pop vengono totalmente ignorate; ci vuole coraggio per abbandonare tutto quello che una band sa fare…
Certamente non mi stupisco. Ryan Adams è sempre stato uno che pubblicava dischi con il metodo Catena di Montaggio. Quello che piuttosto può stupire è la qualità media delle sue opere. Nonostante le questioni di gusto, il ragazzo di Jacksonville è certamente uno dei nuovi pesi massimi, per lo meno nell’ambito del rock americano tradizionale…
Ascoltare Cat Power equivale sempre, per me, ad un’altalena continua di emozioni. E spesso è seccante: proprio quando credi di toccare la punta degli alberi con le dita, ti ritrovi coi piedi a terra, arrabbiato perché nessuno ti spinge più. Mi spiego? Mi spiego: vederla suonare dal vivo può essere un’esperienza grottesca, ma i suoi…
Quello che colpisce immediatamente nell’ascoltare “Footprints Through The Snow” è la capacità di scrittura di Ant. Una scrittura pop semplice, inattaccabile, talmente immediata da sembrare quasi buttata lì. E invece non bisogna compiere l’errore – possibile – di liquidare il cd di Anthony Harding come un’accozzaglia di idee mezze abbozzate, di sottrazione per necessità, di…
L’argomento di oggi è capire come mail “Sun, Sun, Sun” degli Elected vale i vostri soldi. Ad ascoltarlo con la razionalità di chi ha La Storia dalla sua parte, non si avverte nessun bisogno dell’ennesimo esempio di pop-rock americano vagamente passatista che cita Crosby, Stills, Nash & Young e Jackson Browne. Ma se lo si…
Hellequin è un demone. Vaga per i campi di battaglia alla ricerca dei cadaveri più valorosi, per farli combattere con sé per l’eternità. Predestinazione, sconfitta, amore, morte, violenza: c’è tutto questo nella vita, e anche nelle canzoni di Cesare Basile che, passo dopo passo, si avvicina sempre più alla propria visione del blues. Ancora meno…
Inizia con “Your Biggest Mistake” e mi ricorda gli Ikara Colt. Tiro alla Wire, un po’ di delirio gratuito e inusitata violenza art-punk. Stai a vedere che ‘sta volta… E invece no, si continua sul canovaccio del p-funk vagamente hardcore, ma si tenta di renderlo più bastardo e contaminato. Si prova a farlo deragliare su…
E’ prassi comune offendersi a morte quando un artista fa una cover brutta di una canzone dove hai lasciato il cuore. Come da copione, l’ascolto di questa “Thunder Road” è una fitta. Una bestemmia. Non ha nemmeno senso parlare di sacrilegio o di provocazione. E’ brutta e basta. Privata della sua intensità e riempita degli…
Mi piacciono molto i Beach Boys. Faccio parte di quella schiera di persone che considera “Smile” di Brian Wilson il capolavoro perduto della musica pop per antonomasia e trova enorme piacere nell’ascoltare la sua versione 2004 nonostante sia privo di quella portata rivoluzionaria che poteva avere se fosse uscito davvero nel 1967. E’ normale quindi…