• BROKEN SOCIAL SCENE PRESENTS: KEVIN DREW, Spirit If… (Arts & Crafts, 2007)

    Visto che lo Spirito fa capolino nel titolo della prima prova solista di Kevin Drew e prima uscita della serie “Broken Social Scene Presents”, partiamo proprio da quello, dallo zeitgeist: la galassia Broken Social Scene incarna in modo esemplare lo spirito dei nostri tempi. Un gruppo che è un network sociale, una rete decentrata dagli…

    Read More

  • GRAVENHURST, The Western Lands (Warp, 2007)

    E intanto Nick Talbot non sbaglia un disco. Potrebbe essere questo un buon modo di introdurre l’ultimo parto discografico della compagine (in realtà poco più di un duo) guidata dall’irrequieto compositore britannico, che giunge a due anni di distanza dal celebrato “Fires In Distant Buildings”, disco della cosiddetta “svolta elettrica” e, secondo il parere molto…

    Read More

  • BURIAL, Untrue (Hyperdub, 2007)

    “Untrue”, come tutte le cose belle, merita attenzione. Non è semplice, forse nemmeno immediato; è penetrante, vivo, pulsante. Il secondo atto della saga inaugurata con “Burial” (album d’esordio che portava lo stesso nome dell’autore) dal giovane produttore britannico penetra nelle ossa come la pioggia fine di novembre; te la senti scendere addosso ed entrare dentro…

    Read More

  • REAL LIFE LOVERS, Real Life Lovers (autoprodotto, 2007)

    Mi posso sentire anche io, per una volta, giornalista dell’NME, e di conseguenza inventarmi il nome di una scena? Bene, ecco qua il parmesan lo-fi pop, perfetto slogan da esportazione. E non sarebbe nemmeno del tutto sbagliato: dalle parti di Parma, fioriscono da anni band di adorabile sgangheratezza, armate di giocattoli (Pecksniff) come dell’intera discografia…

    Read More

  • AMARI, Scimmie d’amore (Riotmaker / Warner, 2007)

    Sei a letto. Appena tornato dopo una serata: c’era una band sul palco, hai ballato, hai “schivato alberi e pali” tornando a casa. Prima di dormire, prendi il libretto di un disco colorato, ne leggi i testi e non vedi l’ora che sia il giorno dopo per ascoltare. Eppure, il giorno dopo, la frenesia diventa…

    Read More

  • THE STYLES, You Love The Styles (H2O / Sony BMG, 2007)

    È talmente facile e giornalisticamente scontato parlare male degli Styles (anche e soprattutto in virtù di quel singolaccio galeotto in compagnia di J Ax che nessuno ha mai digerito), che verrebbe quasi voglia di essergli amici per amore delle cause perse. E la sorpresa è che in fondo non sarebbe nemmeno così difficile, visto che…

    Read More

  • ASCANIO CELESTINI, Parole Sante (Radio Fandango, 2007)

    Gliela si vuole perdonare un po’ di logorrea al buon Celestini? Si consideri che, oltre ad essere uno dei pochi comunisti veri ad essere rimasti sulla piazza e in piazza, ha anche il non trascurabile merito di aver fatto del gioco di parole un mestiere. Un mestiere onesto. Sante o eretiche, sacre o profane che…

    Read More

  • SATAN IS MY BROTHER, Satan Is My Brother (Boring Machines, 2007)

    Quando Satana decide di vestire i panni dell’elettronica trova subito la complicità dei fratelli trombone e sassofono. Sembra questo l’assioma dal quale partono i Satan is My Brother, variegato quartetto milanese cui prestano due elementi gli Yellow Capra, in viaggio permanente sull’autostrada Milano-Torino durante una notte che non vuole mai schiarirsi per far posto al…

    Read More

  • PAOLO BENVEGNU’, 14-19 EP (La Pioggia Dischi / Venus, 2007)

    Carnalità. Più dei moti del proprio animo, le nuove canzoni di Paolo Benvegnù indagano il rapporto a due, l’ossessione, il deludersi, il ritrovarsi. È cambiata la band che sta dietro a queste canzoni, per dare loro suoni più densi: il pianoforte è praticamente scomparso, l’atmosfera è di nuovo elettrica. E le melodie eteree, di rinascita,…

    Read More

  • RADIOHEAD, “In Rainbows” -CD2- (2007)

    Ci sono cose che non si dicono con le parole. Bastano sguardi, titubanze, ammiccamenti. Alle volte le persone comunicano di più in questa maniera, soprattutto quando i momenti sono topici. E’ l’importanza del non detto, del non sbattuto in faccia, che ci invita a valutare le cose importanti anche da quello che aleggia sopra, che…

    Read More

Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010