• EINSTÜRZENDE NEUBAUTEN, Alles Wieder Offen (2007)

    Ne è passato di tempo dall’uscita di “Kollaps”, sconvolgente manifesto della destrutturazione industrial che avrebbe sconvolto la scena europea degli anni Ottanta, quando mossero i primi passi nella caotica scena underground di una Berlino divisa e contraddittoria. Eppure, dopo ventisei anni e un muro che è andato giù lasciando ancora in piedi molte di quelle…

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  • MARIPOSA, Nuotando in un pesce bowl (Trovarobato / Audioglobe, 2007)

    Della vita e delle avventurose iniziative produttive dei Mariposa ho già avuto modo di parlare lungamente allorquando mi sono trovato a recensire “Proffiti Now”; non mi soffermerò dunque sulla dislocazione geografica dei suoi componenti né sulla follia demente che sembra pervadere ogni cosa che vanno a toccare. Oddio, in realtà è proprio partendo da quest’ultimo…

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  • MARIPOSA, Best Company (Trovarobato, 2007)

    In un anno caratterizzato da un forte ritorno di interesse, soprattutto da parte degli artisti, per i dischi di cover, i Mariposa decidono di controbattere alle varie Patti Smith e Laura Pausini dando alle stampe una selezione di cover che la band di stanza a Bologna (ma comprendente membri originari di varie regioni italiane) ha…

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  • RADIOHEAD, “In Rainbows” (2007)

    Apro la recensione del settimo album in studio dei Radiohead sciorinando, con atteggiamento vagamente preoccupato, delle semplici cifre: l’album è stato reso disponibile al pubblico (tramite l’oramai arcinoto download dal loro sito) il 10 Ottobre. Nei giorni immediatamente seguenti era già possibile trovare in rete recensioni che (nella maggior parte dei casi) gridavano al capolavoro…

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  • EDWOOD, Punk Music During The Sleep (Ghost / Midfinger / Audioglobe, 2007)

    E’ da qualche giorno che tento di immaginare come possa essere la musica punk durante il sonno. Un frastuono ovattato, un ritmo violento che si fa più lontano. Il giorno che lascia spazio al sogno. Ascoltare il nuovo disco degli Edwood, a tre anni da “Like a movement”, significa camminare malinconici all’interno di un sonno…

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  • MARLENE KUNTZ, Uno (Virgin, 2007)

    “Non c’è arte senza infelicità”, scrive Marco Bosonetto nel breve racconto (divertentissimo) associato a “Negli Abissi Fra I Palpiti”, all’interno del booklet di “Uno”. E’ vero? Non interessa la risposta, è una provocazione. Uno stimolo. Però riposa lì, a parere di chi scrive, una delle possibili chiavi di lettura di “Uno”. I Marlene virano decisamente…

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  • JENS LEKMAN, Night Falls Over Kortedala (Secretly Canadian, 2007)

    Lo stereotipo indie pop prevede cuori sempre troppo piccoli per: contenere emozioni di commozione e meraviglia per le piccole bellezze che gli altri ignorano, esprimere rancore e indignazione verso le piccole meschinità che gli altri ignorano, sopportare astinenze sessuali pluriennali nell’attesa o nel ricordo del vero amore, provare empatia nei confronti dei propri amici e…

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  • YELLOW CAPRA, Chez Dédé (Piloft / Wide, 2007)

    Diciamole tutte nella prima frase, le parolacce. Così saremo in grado di lasciarcele alle spalle da subito, e svuotarle di significato: post-rock. Cinematico. Parole che sono in grado di descrivere perfettamente il suono degli Yellow Capra, ma che si possono applicare a un disco come “Chez Dédé” solo a mente fredda: perché, mentre scorrono le…

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  • COBBLESTONE JAZZ, 23 Seconds (!K7 / Audioglobe, 2007)

    Tyger Dhula, Danuel Tate e Mathew Jonson presentano “23 Seconds”, qualcosa di più di un intreccio tra techno e atmosfere jazzate. Il carattere peculiare del loro lavoro risiede certamente nell’applicazione dei canoni tipici di un certo suono minimal a contesti sospesi tra jazz e virtuosismo elettronico. Il risultato di tutto non è altro che l’evoluzione…

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  • PJ HARVEY, “White Chalk” (Island / Universal, 2007)

    Un disco intriso di un dolore impossibile da dominare, davanti al quale la voce così sicura di sé di PJ sparisce, si fa sottile, fragile, alta e timorosa.

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010