• PRODIGY, Invaders must die (Take Me To The Hospital, 2009)

    I Prodigy sono ormai una band che vive a cadenza ciclica. Dischi e tour, poi chi si è visto si è visto. Accadeva così sul finire degli anni ’90, dopo aver dato alle stampe l’indimenticato “The Fat Of The Land”, fino al 2002, quando ricomparivano sulle scene per fare da headliner al Carling Weekend. Qualcosa…

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  • CHRIS ISAAK, Mr. Lucky (Wicked Game / Reprise, 2009)

    Un’overdose d’amore. Un’overdose anche per me. Torna dopo sette anni il crooner dalla faccia d’attore, il sexy pugile sentimentale, il giovane Elvis dal cuore infranto. Per molti, più semplicemente, quello di “Wicked Game”, languido ballatone supercool che – sebbene pubblicato oltre un anno prima – come un fulmine schizza ai primi posti delle classifiche dopo…

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  • WILDBIRDS & PEACEDRUMS, The Snake (Leaf, 2009)

    Ritmo e voce. Non c’è poi molto altro. E’ allo spareggio tra queste due componenti fondamentali viene affidato il destino di praticamente qualsiasi brano di musica pop, quando tocca decidere se il neonato sarà un esemplare di belcanto o un martellone da dancefloor, una ballata struggente o un fiero rocchettone marziale… Soltanto un anno fa,…

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  • BILLIE THE VISION & THE DANCERS, I Used to Wander These Streets (Tea-Kettle Records, 2009)

    La Svezia salverà la nostra possibilità di continuare a sorridere? Ascoltando il quarto album dei Billie The Vision & The Dancers, creatura del geniale Lars Lindquists (da Malmoe), la risposta pare decisamente affermativa. I puntuali bollettini dell’amico Piero sembrano confermarlo, la Svezia è oggi la California europea della pop music e il migliore spot di…

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  • ANDREW BIRD, Noble Beast (Fat Possum, 2009)

    Esistono due distinte categorie di curatori qualificati a risanare la musica pop dalle sue eterne malattie: i primi sono i medici omeopati (provenienti perlopiù dal rock) che si divertono ad applicare una terapia d’urto, sbattendole in faccia una per una le sue contraddizioni. Della categoria eteropatica invece, fanno parte gli inguaribili ottimisti che il pop…

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  • GUI BORATTO, Take My Breath Away (Kompakt, 2009)

    Non è facile ripetersi. Non è facile nel 2009, in particolare con la minimal techno e se alle spalle hai un ottimo album come “Chromophobia” (Kompakt, 2007). Con “Take My Breath Away” Gui Boratto si muove verso quella che può sembrare, nella forma, una direzione piuttosto prevedibile ma che, in questo caso, non risulta per…

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  • THE VON BONDIES, Love, Hate And Then There’s You (Majordomo, 2009)

    All’inizio del 2000, un po’ tutti avrebbero scommesso sui Von Bondies: erano giovani, brillanti, energici, glamour e dannatamente demodé. Come tanti loro compari di stagione americani, suonavano un rock ‘n roll ricercatamente immediato e retrò, con un’estetica a metà strada tra blues e pop. Sembravano incarnare perfettamente tutti i cliché richiesti dal caso: formazione a…

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  • NEKO CASE, Middle Cyclone (Anti, 2009)

    “Noi uomini del Texas non siamo persone da andare fuori di testa per una donna” A volte, nei film western, le ragazze imbracciano le chitarre per suonare e cantare. La prima che mi viene in mente è Marilyn nel controverso “River Of No Return” di Otto Preminger con il meraviglioso Robert Mitchum. Ma ehi, ragazzi,…

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  • RED BASICA, Les Premiers Plaisirs (MK Records / Venus, 2009)

    Lo spiritello maligno che dimora in ogni critico o appassionato di musica che si consideri obiettivo, si fa in quattro per trovare almeno un difetto, anche il più futile, persino nelle opere più riuscite. Nel caso del disco d’esordio dei Red Basica aveva escogitato il cavillo dell’undicesima traccia; gli era parso, insomma, che l’album potesse…

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  • WAVVES, Wavvves (Fat Possum, 2009)

    Il Bardelli aveva ragione. Non viene in mente recensione più perspicua e criticamente attendibile di questa per il disco che ci apprestiamo a raccontare. I Wavves sono il perfetto prototipo di quella che in gergo si usa definire one-man band, dietro di essi ci cela infatti l’ombra vagamente inquietante di tale Nathan Williams, polistrumentista e…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010