• AA.VV., Horse Meat Disco (Strut / Audioglobe, 2009)

    “Horse Meat Disco” è la serata londinese nella quale si celebra l’immortalità del suono disco degli albori. Le origini e l’ispirazione sono quelle newyorkesi; i suoni vanno dal funk all’italo disco. In questo contesto, come da tradizione, in un ambiente aperto e gay-friendly, vive la fierezza del revival ed affondano le radici di un genere…

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  • ARCTIC MONKEYS, Humbug (Domino, 2009)

    Visti dal vivo fino ad un paio d’anni fa, gli Arctic Monkeys davano l’impressione della sprovveduta college-band strappata dal proprio habitat di feste liceali e teletrasportata di peso su importanti ribalte festivaliere, in pasto a migliaia di ammiratori urlanti. Forza dell’Hype e della sua sacra corte, che in Inghilterra stringe stampa musicale e discografia indipendente…

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  • SOAP & SKIN, Lovetune For Vacuum (PIAS, 2009)

    Si chiama Anja Plaschg, è nata e vissuta a Gnas, sperduto paesello in Stiria (Austria) e ha composto (poco più che diciottenne) in solitudine pressoché completa uno degli esordi più rimarchevoli dell’annata musicale in corso. Osannata in pari misura dalla critica telematica (principale catalizzatrice del “caso” mediatico) che dalla carta stampata, con il suo esordio…

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  • KASABIAN, The West Ryder Pauper Lunatic Asylum (RCA, 2009)

    Fin dal sorprendente album d’esordio è sempre risultato difficile capire se i Kasabian siano la classica presa per il culo o meno. Indubbia vena melodica nel tirare fuori dei motivetti che si ficcano senza problemi in testa, altrettanto indubbia furbizia nel rivisitare sonorità e intuizioni madchester che sembravano annegate qualche anno fa tra i postumi…

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  • TAYONE, Photographie (Relief Records, 2009)

    E’ uscito lo scorso 15 maggio “Photographie”, il nuovo disco di quel fenomeno nostrano di turntablism che risponde al nome di Tayone. Prese le distanze dai tecnicismi del periodo Alien Army, Tayone confeziona un bel disco di musica in senso stretto, molto più vicino alla forma canzone che non agli esercizi di stile che troppo…

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  • AA.VV., Black Rio 2 – Original Samba Soul 1971-1980 (Strut, 2009)

    Quando pensiamo alla musica samba la mente ci riporta con allegria al Carnevale di Rio: colori, danze sfrenate, donne stupende e una confusione indiavolata, immediatamente contagiosa. Poi ci troviamo tra le mani questo “Black Rio 2” e i nostri punti di riferimento impazziscono all’istante, ci si trova irrimediabilmente disorientati: dove sono finiti i coriandoli impazziti,…

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  • CASS MCCOMBS, Catacombs (Domino, 2009)

    Esistono dischi microscopici, talmente esili e sottili da passare attraverso i filtri della critica più allertata e sensibile senza che nessuno se ne accorga. È forse questo il caso soprattutto di un cantautore-menestrello come Cass McCombs, californiano d’origine ma vagabondo di indole, con trascorsi teatrali alle spalle e tre album più un ep dati alle…

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  • WHITE RABBITS, It’s Frightening (TBD, 2009)

    L’indierock americano non è affatto morto, come tutte le altre cose bisogna solo sapere dove andare a cercarlo. E non è detto che si debba per forza essere dei poco convinti emuli di Modest Mouse o Built To Spill per continuare ad ampliare il discorso di quella che ormai è diventata, a ben vedere e…

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  • DOVES, Kingdom Of Rust (EMI, 2009)

    Forse ci siamo. Lo stavamo aspettando da tempo l’album definitivo dei Doves, quello che avrebbe dovuto incarnare in sé tutta l’essenza della band di Manchester, che ne avrebbe rappresentato la summa completa ed indiscussa. E questo “Kingdom Of Rust” lo è: è il loro The Joshua Tree, il loro Ok Computer, uno di quegli album…

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  • SPASULATI BAND, Kilometrando (MK Records, 2009)

    Non è certo una matricola la Spasulati Band, formazione di Santa Sofia d’Epiro, enclave linguistica albanese in terra di Calabria. A otto anni di distanza dall’exploit milanese di spalla a Manu Chao, il terzo album (dopo “Spasulati Band” e “Pirati nei MHz”) offre all’ascolto solide certezze, o conferme che dir si voglia. La prima, piuttosto…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010