• BOOZOO BAJOU, Grains (!K7 / Audioglobe, 2009)

    Passare con disinvoltura dal dub al songwriting sembra la ragione di esistere di questo ultimo lavoro della coppia di Normberga formata da Florian Seyberth e Peter Heider. “Grains”, album gravido di influenze, si trova, come spesso accade di questi tempi, a far galleggiare in acque contaminate dal dub un insieme di commistioni che possiamo considerare…

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  • THE WARLOCKS, The Mirror Explodes (Tee Pee / Goodfellas, 2009)

    Nel nuovo malinconico e spettrale album “The Mirror Explodes”, edito dall’etichetta cult Tee Pee, i californiani Warlocks fanno autocoscienza, contemplando la loro immagine, il loro senso, in quello specchio significante dell’esecuzione musicale, che poi decidono deliberatamente di far esplodere attraverso una cupa e umorale psichedelia, facendone sgretolare e frantumare il corpo in più punti. Rimangono…

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  • DIRTY PROJECTORS, Bitte Orca (Domino, 2009)

    Il rischio, con un pezzo di world music, è più o meno sempre quello: segui un canzone fin lì tutto sommato regolare e, girato l’angolo, inciampi nella fanfara di una banda di pifferi sudamericani, senza nessuna vera motivazione che non sia il solito pretesto dell’”esotismo”. Che poi “esotico” lo sarà forse per quei tre-quattro che…

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  • DEPECHE MODE, Sounds Of The Universe (Mute, 2009)

    Non sono certamente i Depeche Mode la band da cui pretendere ancora qualcosa. Alle soglie del secondo decennio del terzo millennio, dopo quasi trent’anni di carriera. E un’importanza inestimabile nel ridefinire in chiave sintetica le coordinate del pop dagli anni ’80 in poi. Però c’è da dire che, nonostante li si fosse dati giustamente per…

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  • ZENERSWOON, Frames (Nowherez, 2009)

    Dopo il più che discreto esordio di “There In The Sun” gli Zenerswoon ci provano nuovamente con “Frames”, registrato e mixato nel 2008 presso il Blocco A di Padova grazie alla collaborazione di Giulio Favero (Teatro degli orrori, One dimensional man). Non è facile riassumere in un solo termine la musica degli Zenerswoon: i tre…

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  • CAMERA OBSCURA, My Maudlin Career (4AD, 2009)

    Se fossero una stagione, i Camera Obscura sarebbero in fiore. “If you were a season, you would be in bloom”: le prime parole di “You Told A Lie” ci forniscono l’incipit per la nostra recensione perché noi ne abbiamo poche, di parole. Siamo ancora ammaliati dai colori che sfavillano da “My Maudlin Career” da non…

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  • PATRICK WOLF, The Bachelor (Bloody Chamber Music, 2009)

    Il prolifico songwriter della nuova scena britannica aveva in mente un doppio, non contento di aver realizzato, poco meno che ventitreenne tre album che hanno sconvolto e ridisegnato i canoni del cantautorato d’oltremanica. Polistrumentista eccentrico, narcisista, arrogante al punto giusto, dopo “Lycanthropy” e l’indiscusso capolavoro “Wind In The Wires”, con “The Magic Position” aveva in…

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  • UOCHI TOKI, Libro Audio (La Tempesta, 2009)

    Non è mia intenzione stroncare “Libro Audio” degli Uochi tochi utilizzando quelle argomentazioni superficiali cui questo lavoro si presta per costituzione e, mi pare di poter dire, consapevolmente. Quindi, oltre a insinuare il mio parere nell’introduzione del pezzo, lo farò precedere da una giustificazione ovvia e paracula: la valutazione di qualsiasi prodotto artistico è soggettiva.…

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  • PHOENIX, Wolfgang Amadeus Phoenix (V2, 2009)

    Ci sono sempre stati nel calcio quegli attaccanti ai quali, indipendentemente dalla categoria, dall’andamento della stagione, dalla forza dell’avversario e dalle condizioni meteorologiche, bastano cinque minuti per buttarla dentro. I Phoenix sono così. La buttano sempre dentro. Sono partiti forte, hanno passato periodi di assestamento, ma, alla fine, conti alla mano, hanno sempre portato a…

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  • MIRANDA LEE RICHARDS, Light of X (Nettwerk, 2009)

    A otto anni dal folgorante esordio “The Herethereafter”, l’ex (seconda) voce e collaboratrice dei Brian Jonestown Massacre torna con un nuovo album a nome proprio riconfermando quanto di buono aveva saputo presentare al pubblico. Un folk pop genuino e ispirato, cresciuto in scrittura e abile nel saper miscelare le diverse componenti musicali in una tracklist…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010