• ADAM GREEN, Minor Love (Rough Trade, 2010)

    Crooner o non crooner? Come dire essere o non essere! Così Adam Green, senza averci dato il tempo di sentire la sua mancanza, ritorna con “Minor Love” il suo sesto album solista, e lo fa ribadendo la sua scelta artistica, quella di un crooner più per scelta che per vocazione che ribadisce il suo discorso…

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  • AUTECHRE, Oversteps (Warp, 2010)

    Ha, paradossalmente, il sapore di qualcosa di nuovo; è ispirato, scorre, sembra avere senso. “Oversteps”, appena due anni dopo l’ostico e pressoché ininfluente “Quaristice”, riporta in carreggiata il progetto della coppia Both – Brown. Parte e già sembra migliore; prosegue meritandosi ancora fiducia. In tracce come “Qplay” si ritrova, con grande piacere, il sapore degli…

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  • CALIBRO 35, Ritornano quelli di… (Ghost Records, 2010)

    “Lo sai perché odio fare i sequel? – chiedeva spesso John Cleese dei Monty Python ai suoi intervistatori – Perché il secondo episodio dev’essere bello il doppio del primo per essere percepito dal pubblico come all’altezza dell’originale”. Sta tutta in questa frase la recensione a “Ritornano quelli di…” il cui primo capitolo (recensione) avevamo incensato…

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  • THESE NEW PURITANS, Hidden (Domino, 2010)

    In tutto l’interminabile marasma di new new wave, revival post-punk, o come caspita vogliamo chiamarlo, l’esordio dei These New Puritans mi aveva lasciato un segno potente già dal primissimo ascolto. Qualcosa che pensavo non mi sarebbe più capitato, ormai assuefatto dal viavai di sbarbati fighetti inglesi in odore di Talking Heads. E invece, pem! Arriva…

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  • TURIN BRAKES, Outbursts (Cooking Vinyl / Edel, 2010)

    Probabilmente il complimento più grosso ai Turin Brakes l’ha fatto un mio amico, appassionato di musica ma che non ha mai avuto la passione per la conoscenza enciclopedica di miliardi di gruppi e che soprattutto è da mo’ che non ha tempo di ascoltarsi il numero di cd che invece il sottoscritto si sciroppa, che…

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  • THE MAGNETIC FIELDS, Realism (Nonesuch Records, 2010)

    La moratoria ai synth imposta da Stephin Merrit ai suoi gloriosi Magnetic Fields continua e si conclude con il nuovo “Realism”, il gemello “falso” (e infatti proprio “False” doveva intitolarsi) del precedente “Distorsion” del 2008 (confrontate le rispettive copertine dei due album e fate caso al sottile cortocircuito semantico dei loro due titoli, laddove la…

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  • THE FLAMING LIPS, The Dark Side Of The Moon (Warner Bros, 2010)

    “Finally the punk rockers are taking acid” titolava una triplice raccolta riassuntiva del primo periodo Lips. Ed era proprio così. L’esordio della band di Wayne Coyne nella seconda metà degli anni ’80 segnava un incontro, sulla carta assai improbabile, fra la verve incendiaria del punk-rock e le visioni lisergiche del pop psichedelico. Diverse le miglia…

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  • THEE SILVER MT. ZION, Kollaps Tradixionales (Constellation, 2010)

    Quella per cui la musica post-rock andrebbe naturalmente accompagnata ad un companatico d’atmosfere digitali e di freddezze mat(h)ematiche è una regola non scritta che a Efrim Menuck e Thierry Amar non è mai andata giù. Non la digerivano ai tempi dei Godspeed You! Black Emperor, che pure del cosiddetto ‘post’ furono profeti, e continuano a…

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  • OWEN PALLETT, Heartland (Domino, 2010)

    Apprezzatissimo arrangiatore e violinista, il canadese Owen Pallett (da Toronto), malgrado la giovane età può già vantare un curriculm chilometrico ed altisonante (per cui molti protagonisti del panorama indie contemporaneo darebbero volentieri un braccio), caratterizzato da collaborazioni illustri praticamente con chiunque possa venirvi in mente: dai Pet Shop Boys agli Arcade Fire, passando per Beirut…

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  • EIMOG, Scenario (Sudway Produzioni, 2010)

    Quando incrociammo le nostre strade con gli Eimog, ci colpirono subito. Fu un concerto quasi religioso in cui la band di Agrigento riuscì ad esprimere l’inesprimibile attraverso un classico post-rock talmente rigoroso da accaparrarsi orecchie e cuore. Lo stesso discorso lo si può fare anche oggi che si ha tra le mani “Scenario”, primo lavoro…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010